Getty Images
Che fine ha fatto? Dino Baggio, l'uomo di Sacchi: da Inter, incubo Juve e i gol azzurri al teatro e la dieta vegan
IL DEBUTTO NEL TORO, IL PRESTITO ALL'INTER E LA VITTORIA DELLA COPPA UEFA CON LA JUVE DA PROTAGONISTA - Dino muove i primi passi nel calcio a soli cinque anni sul campo di Tombolo, comune in provincia di Padova, prima di essere notato a 13 anni dagli scout del Torino, dove compie tutta la trafila delle giovanili e dove arriva a debuttare in Serie A, a sole 19 primavere, in un match contro l'Inter: centrocampista incontrista, abile recupera palloni e magistrale negli inserimenti, è in grado di giocare anche in difesa. Si guadagna subito i galloni di titolare e a fine anno viene acquistato dalla Juventus per 10 miliardi: il club bianconero però lo gira in prestito all'Inter per una stagione, prima di lanciarlo da titolare in campionato ma soprattutto nella conquista della Coppa Uefa contro il Borussia Dortmund. All'andata mette a segno il gol del pareggio, al ritorno realizza addirittura una doppietta, garantendo alla Vecchia Signora la vittoria del trofeo: il Parma di Nevio Scala lo corteggia e lo acquista per 14 miliardi.
MOGGI E IL MILAN, DUE COPPE UEFA AL PARMA E LA COLTELLATA IN TESTA - Alla Juve infatti nel frattempo erano arrivati Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega, che lo cedono senza interpellarlo nonostante la sua volontà di trasferirsi al Milan per giocare a fianco all'amico Albertini: Dino Baggio al Parma diventa un vero e proprio incubo per la Juve, perdendo scudetto e Coppa Italia ma vincendo la seconda Coppa Uefa di fila, al Tardini e a San Siro, dove realizza altre due reti fondamentali. Diventa così detentore di un record, ovvero quello di essere il calciatore con più gol realizzati nella finalissima della competizione (5 reti distribuite in due finali di andata e ritorno). Rimane per sei anni in Emilia, da titolare sia con Carlo Ancelotti che con Alberto Malesani, con il quale vince la terza Coppa Uefa, questa volta contro l'Olympique Marsiglia, dopo essere stato ferito nel corso dei sedicesimi di finale in Polonia contro il Wisla Cracovia da una coltellata alla testa. Diventa dunque il giocatore italiano ad aver conquistato il trofeo continentale il maggior numero di volte: tre, a pari merito con Giuseppe Bergomi e Luigi Sartor. Nello stesso anno vince anche la Coppa Italia contro la Fiorentina e la Supercoppa italiana contro il Milan.
LA SQUALIFICA PER IL 'CONTASOLDI', LA LAZIO E LE MAGIE CON LA MAGLIA AZZURRA - Dopo aver perso lo scudetto contro la Juve e una squalifica per aver fatto il gesto del "contasoldi" all'arbitro Farina nel corso del match contro i bianconeri, passa alla Lazio, dove non riesce ad imporsi con grande continuità, prima di trasferirsi al Blackburn e all'Ancona, salvo poi chiudere in Serie B nella Triestina e in Terza Categoria nel Tombolo, a 37 anni. Un capitolo a parte va però dedicato al suo percorso con la maglia azzurra della Nazionale: ribattezzato Baggio 2 dalla stampa italiana per distinguerlo da Roberto Baggio,conta 60 presenze con 7 reti nell'Italia e prende parte a due Mondiali (1994 e 1998) e un Europeo (1996). Nel Mondiale negli USA è grande protagonista con due reti contro Norvegia e Spagna e diventa mitico il suo nome pronunciato dal telecronista Bruno Pizzul.
TRA IL TEATRO E LA DIETA VEGAN - Ma oggi che fine ha fatto Dino Baggio? Prima ha provato a rimanere nel mondo del calcio, nelle giovanili del Padova. Poi ha intrapreso altre strade: amante del teatro, recita all'Accademico di Castelfranco Veneto nei panni di un soldato romano ne "La Passione di Cristo", con la compagnia Và Pensiero di Tombolo, assieme alla moglie Maria Teresa Mattei, ex ragazza di "Non è la Rai". Ha inoltre intrapreso la strada della dieta vegana proprio con la moglie e i figli, di cui sostiene gli effetti benefici per la salute. Dino Baggio non è mai stato un tipo banale e si è sempre distinto: nonostante quel cognome che lo ha sempre fatto passare in secondo piano.
@AleDigio89