Che fine ha fatto? Da Moreno a Ovrebo a Frisk: peggiori arbitri della nostra vita
DA MORENO A BIN NASSER: I '10 PEGGIORI ARBITRI DELLA NOSTRA VITA' - Proprio in seguito all'episodio appena citato, siamo andati indietro nel tempo a ripescare alcuni degli arbitri che maggiormente in seguito ai loro errori hanno condizionato lo svolgimento di una partita e di un intero torneo. Alcuni ce li ricordiamo bene perché hanno penalizzato squadre italiane, come l'ecuadoriano Byron Moreno nel Mondiale in Corea e Giappone nel 2002 in Corea del Sud-Italia o lo svedese Anders Frisk in Roma-Galatasaray del 2002, altri invece hanno fatto epoca a causa di sviste madornali, come il tunisino Ali Bin Nasser che non vide la mano di Maradona in Argentina-Inghilterra del 1986 o il sovietico Tofik Bakhramov, che concesse il gol "fantasma" di Hurst all'Inghilterra nella finale del Mondiale del 1966.
CHE FINE HANNO FATTO? - Ecco dunque che fine hanno coloro che, in seguito alle loro madornali topiche, abbiamo voluto definire come i "10 peggiori arbitri della nostra vita", ripercorrendo le loro gesta e la loro carriera dopo gli incredibili errori commessi, in certi casi capaci di alterare lo svolgimento di una partita o di un intero torneo, ma anche della loro vita seguente:
1) Byron Moreno: fischietto divenuto tristemente noto in occasione dei Mondiali del 2002, quando con un arbitraggio criminale estromise volontariamente (o per ordine di qualcuno) l'Italia dal torneo, facendola perdere 2-1 negli ottavi di finale contro la Corea del Sud padrona di casa. Nell'ordine, cacciò Totti dopo una simulazione che non c'era, annullò un gol a Tommasi per fuorigioco e non sanzionò mai i falli degli asiatici. L'anno seguente condizionò pesantemente una partita del campionato ecuadoregno, favorendo il Liga Quito contro il Barcelona. Dopo la fine della carriera arbitrale, si è candidato al consiglio comunale di Quito, è apparso in diverse trasmissioni tv italiane, prima di essere arrestato per traffico di droga (trovato in possesso di 6 kg di eroina all'aeroporto JFK di New York) mentre lavorava come commentatore sportivo e poi estradato nel suo paese, dove è tutt'ora indagato per evasione fiscale.
2) Tom Henning Ovrebo: psicologo norvegese, in patria ha vinto per cinque anni il titolo di miglior fischietto. Non così fuori dalla Norvegia: nell'Europeo 2008 annullò una rete di Toni nel match tra Italia e Romania, prima di concedere un rigore dubbio a Mutu; nel 2009 fece letteralmente perdere la testa a Didier Drogba, attaccante del Chelsea, in occasione della semifinale di ritorno di Champions League, quando non concesse due rigori netti ai Blues e cacciò Abidal per un fallo mai commesso, prima di espellere anche Ballack e lo stesso ivoriano; nel 2010 condizionò l'andata degli ottavi di finale di Champions tra Bayern e Fiorentina, espellendo ingiustamente il viola Gobbi, non espellendo Miro Klose e soprattutto convalidando un gol irregolare dello stesso Klose all'89'. Errori che compromisero definitivamente la sua carriera: nel 2010 si ritirò dalle competizioni internazionali, nel 2013 appese le scarpette al chiodo. Ora fa solamente lo psicologo.
3) Anders Frisk: arbitro controverso, molto stimato a livello UEFA ma spesso discusso e criticato. Nel 2002 fu protagonista negativo della gara di Coppa dei Campioni Roma-Galatasaray, conclusasi con una maxi-rissa e la conseguente lunga squalifica del campo dell'Olimpico. Nel 2004 fu costretto a sospendere definitivamente la gara di Coppa dei Campioni Roma-Dinamo Kiev, dopo averla diretta in modo contestato, in seguito alla ferita alla testa subita per il lancio di una monetina dalla tribuna. Concluse la carriera anzitempo nel 2005, subito dopo l'ottavo di finale di Coppa dei Campioni tra Barcellona e Chelsea, a causa delle pesanti minacce e pressioni ricevute successivamente a quella direzione di gara (il tecnico del Chelsea José Mourinho lo accusò di aver favorito il Barcellona, lasciando il Chelsea in 10 e invitando tra l'altro il tecnico dei blaugrana Frank Rijkaard nel proprio spogliatoio durante l'intervallo). La Fifa lo ha premiato alla carriera, senza forse considerarne appieno gli errori.
4) Tofik Bakhramov: ex sergente dell'Armata Rossa e buono sportivo, divenne famoso durante la finale dei Mondiali del 1966, quando da guardalinee segnalò come gol il tiro dell'inglese Hurst, nel quale in realtà la palla non era mai entrata in porta. Quella rete consegnò il Mondiale agli inglesi, penalizzando la Germania Ovest: da lì nacque il termine "gol fantasma", coniato proprio per l'occasione. Bakhramov ocntinuò comunque ad arbitrare fino al 1972 e dopo il termine della sua carriera di arbitro ebbe vari incarichi nella federazione calcistica dell'URSS e, prima della morte avvenuta nel 1993, fu anche segretario generale della federazione calcistica dell'Azerbaijan. Nel 2004 gli è stato intitolato lo stadio nazionale di Baku, la capitale dell'Azerbaigian, che divenne così lo Stadio Tofiq Bahramov.
5) Ali Bin Nasser: fischietto tunisino, diresse il quarto di finale Argentina-Inghilterra nel Mondiale del 1986, vinto dai sudamericani per 2-1 con doppietta di Diego Armando Maradona; durante l'incontro convalidò il primo gol argentino nonostante il numero 10 avesse segnato con la mano. Ha continuato comunque ad arbitrare: possiamo dire che, senza il suo errore, non avremmo mai avuto la "mano de Dios".
6) Martin Hansson: arbitro svedese, inizia la propria sfortunata carriera nel 2008, concedendo nei minuti finali della gara di Champions tra Liverpool e Atletico Madrid un rigore molto discutibile agli inglesi, che gli vale le minacce di morte da alcuni tifosi spagnoli. Ma il vero e proprio disastro arriva nel novembre 2009, quando gli viene affidato il ritorno dello spareggio per l'accesso ai Mondiali di calcio 2010 tra Francia e Irlanda: non vede infatti un doppio tocco di mano di Thierry Henry atto ad addomesticare il pallone che altrimenti sarebbe finito fuori, sull'azione del gol del pareggio della Francia al 103', e convalida la marcatura che qualifica i francesi e taglia fuori gli irlandesi di Trapattoni. Nel 2011, in seguito a questo errore, viene declassato dalla Uefa, e da allora non ha più arbitrato in Europa.
7) Edgardo Codesal Mendez: messicano di origine uruguaiane, nella finale Mondiale del 1990 tra Germania Ovest e Argentina nega un rigore netto alla Germania per un fallo commesso ai danni di Augenthaler, poi uno all'Argentina per un fallo su Calderon prima di assegnarne uno dubbio per un intervento di Sensini su Voller, all 84', che consente ai tedeschi di vincere la partita. E' stato il primo arbitro in assoluto ad aver espulso un calciatore in una finale della Coppa del Mondo, mostrando il cartellino rosso agli argentini Pedro Monzón e Gustavo Dezotti. Terminò la carriera proprio con quella partita, salvo essere insultato per anni in Argentina: attualmente è membro del comitato arbitri della FIFA.
8) Hellmut Krug: fischietto tedesco, arbitrò la finale di Champions League del 1998 tra Real Madrid e Juventus, concedendo un gol agli spagnoli realizzato da Mijatovic in netta posizione di fuorigioco, decisivo per il risultato finale di 1-0 e per la conquista della Coppa da parte dei Blancos. Nel luglio 2007, dopo i dissidi con il capo degli arbitri tedeschi Volker Roth, decise di dimettersi da ogni incarico manageriale ricoperto all'interno della Federazione calcistica tedesca, mentre l'anno scorso è stato costretto a dimettersi dal ruolo di responsabile VAR in Germania, dopo alcune controversie inerenti a favoritismi per lo Schalke 04 nell'amministrazione del mezzo.
9) Gamal Ghandour: egiziano, considerato uno dei migliori fischietti africani di sempre, viene ricordato per il quarto di finale del Mondiale 2002 tra i padroni di casa della Corea del Sud, che grazie a Moreno avevano appena eliminato l'Italia, e la Spagna. L'arbitro ed i suoi assistenti si resero protagonisti di scelte che sollevarono diverse polemiche, annullando due gol alla Spagna per un fallo in mischia inesistente e un pallone considerato fuori anche se non lo era e bloccando una pericolosissima azione d'attacco iberica per un fuorigioco inesistente. Alla fine di quella competizione, ha smesso di fare l'arbitro.
10) Ken Aston: inglese, ex soldato dell'esercito britannico, a lui si devono molti miglioramenti nel settore dell'arbitraggio (come ad esempio l'introduzione dei cartellini e delle lavagnette per le sostituzioni), anche se il suo nome rimarrà per sempre nelle pagine più nere del calcio italiano, per aver arbitrato in modo da tutti definito asimmetrico il famigerato incontro Cile-Italia del 1962, ricordato anche in termini epici come la "Battaglia di Santiago". Aston espulse due giocatori italiani per falli duri ma non sanzionò minimamente i falli ben più gravi dei giocatori cileni, soprattutto l'attaccante Sanchez che colpì due volte con pugni giocatori italiani, fratturando il naso di Maschio. Dopo quel match, non arbitrò più incontri in un Mondiale: a fine carriera fu chiamato a far parte della commissione arbitrale della FIFA, presiedendola per quattro anni, e fu responsabile di tutti gli arbitri nelle coppe del mondo del 1966, 1970 e 1974. Nel 1997 fu nominato Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico per i suoi servizi al calcio negli Stati Uniti.
@AleDigio89