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  • Che fine ha fatto? 'Campioni, il sogno' - 2

    Che fine ha fatto? 'Campioni, il sogno' - 2

    Lo Stadio Germano Todoli contiene 2.500 spettatori. Ora,come la maggior parte dei campi d'Eccellenza, è più vuoto che pieno. Eppure, un tempo, c'era il tutto esaurito. Spettatori che da ogni parte d'Italia andavano a vedere i ragazzi vestiti in gialloblu, file di ragazzine che volevano strappare un autografi ai campioni. Anzi, 'Campioni', con la 'C' maiuscola. I ragazzi di 'Campioni, il sogno' hanno animato la vita calcitica di una tranquilla cittadina di 30mila abitanti in provincia di Ravenna. Non solo entravano in campo, ma nella casa di milioni di telespattatori. Al Germano Todoli si respirava aria di  calcio professionistico: telecamere, interviste e spalti gremiti (CLICCA QUI per rivivere quell'esperienza). E oggi, alcuni dei protagonisti di quell'esperienza, si racconta a calciomercato.com. 

    IL CAPITANO MORALE - Con il numero 14, Matteo Domeniconi"Prima che arrivasse Mediaset ero gia' un giocatore del Cervia, ero il capitano di quella squadra che fu poi smantellata e mi sono trovato a svolgere un provino senza neanche saperlo. L'esperienza per me fu favolosa anche perche' le mie aspettative erano bassissime e quindi tutto fu entusiasmante e gratificante. Il ricordo più bello? L'amichevole con il MilanGattuso mi chiamò per nome: questo è il potere della televisione. Perché il soprannome Capitano Morale? Me lo affibiarono perche' avevo sempre o quasi la risposta giusta, ero uno dei piu' vecchi e forse uno dei pochi che mettesse la squadra al primo postoFinita quell'esperienza ho continuato a giocare: ho raggiunto un amico fraterno nelle Marche a Riosalso. Ho trascorso 3 anni bellissimi dove l'ultimo anno mi sono ritrovato a fare il giocatore-allenatore. Nella stagione 2010/11 ho addirittura allenato il Cervia". E' il caso di dirlo: certi amori fanno giri immensi...

    UN COBRA DA CHAMPIONS - Con il numero 21 Giacomo Gualtieri: "Prima di fare il reality, io giocavo già nel Cervia, quindi è stata la tv ad entrare nel mio mondo. L'anno precedente avevo fatto molto bene, avevo 20 anni e avevo segnato 18 gol. Da un giorno all'altro c'erano voci sempre più insistenti che ci sarebbe stato un reality proprio a Cervia. Tutti noi giocatori siamo stati sottoposti ad un provino calcistico e televisivo e 3 di noi siamo stati confermati. Se non fosse andata così, non credo che avrei mai alzato la cornetta per propormi.Il ricordo più bello che ho e' quando ho fatto gol al Milan davanti a 30mila persone, a tutta la mia famiglia e a molti miei amici. Per un tifoso del Milan penso che sia il massimo anche perché quell'anno il milan era una squadra di campioni veri. In carriera ho giocato in C2 e tanti anni di dilettanti tra serie D ed Eccellenza. Ho avuto la fortuna poco più di un anno fa, di giocare nei preliminari di Champions League con la mia ex squadra di San Marino, La FioritaOra alleno i ragazzi di 12 anni nel Rimini Calcio, faccio il personal trainer e in estate lavoro nel ristorante di mia sorella.  Il soprannome Cobra e' nato prima di campioni, grazie ad un amico giornalista. Rimpianti? Ci sono, ma la sfortuna e qualche decisione sbagliata hanno portato la mia carriera ad essere quella che è stata".

    L'UNDER 21 BOSNIACO - Con il numero 15Zoran Ljubisic: "E' un'esperienza che ricorda ancora con piacere. Tuttora, quando gioco, gli avversari mi domandano come andavano le cose. All'epoca feci il provino, mi presero, ma giocavo poco per problemi riguardanti il tesseramento. Avevo già esperienza con l'Under 21 bosniaca Ricordo più bello? Il Milan: io partii dalla panchina e parlai con Seedorf, Gattuso e Costacurta negli spogliatoio. Loro ci conoscevano e ci chiamavano per nome. Presente e futuro? Ho un negozio d'abbigliamento sportivo, gioco in Prima Categoria al Galliera in Veneto, ho un figlio bellissimo che si chiama Filippo, ho la stessa compagna dei tempi di Cervia. Per il futuro sogno di fare l'allenatore, dato che ho il patentino Uefa B". 

    BOBO - Con il numero 19Ibrahimam Bobo Scandroglio: "Avevo già debuttato in A con l'Empoli, contro il Milan, la mia squadra del cuore. Incuriosito chiamai per il provino, ne feci uno a Milano e uno, poi, a Milano Marittima. Ci fu una cassa di risonanza incredibile e lo feci anche per visibilità. Mi colpì, nella gara col Milan, il fatto che i tifosi chiesero più autogradi a noi che ai giocatori del Milan, più a me che a Sheva. Rimpianti? Quando ero giovane ero un cavallo pazzo, con un'altra testa avrei fatto di più. Dopo ho giocato alla Bustese, a Buscate, riavvicinandomi a casa. Ora sono responsabile del settore giovanile del Buscate, alleno i 2004, e lavoro per la cooperativa Pellegrini, che fa servizio di catering. Punto, in futuro, a fare l'allenatore. Appena esce il bando per il patentino Uefa B ci provo. Volevo essere il primo allenatore di colore in Serie A, ma Seedorf mi ha anticipato". 

    IL GIOVANISSIMO - Con il numero 27, Federico Maggini: "Quella a Cervia per me è stata un'esperienza formativa. A 17 anni andai lontano da casa, fui catapultato nel mondo degli adulti e questo mi fu di grande aiuto. Prima di giocare con il Cervia facevo parte della Berretti della Sangiovannese, quando il mister della Prima Squadra era Maurizio Sarri. Ricordo con piacere le partite con le big, anche se contro il Milan non c'ero. Dopo il reality, sono tornato in Toscana, ho vestito la maglia dell'Aglianese, e nel frattempo mi sono iscritto all'Università a Firenze. L'altra mia grande passione era la Finanza e l'ho coltivata così. Pian piano ho lasciato il calcio e mi sono dedicato al lavoro. Sono stato a Roma, a Milano a lavorare per un fondo svizzero, in Olanda e a Londra, per la Royal Bank of Scotland. Poi è uscito fuori il mio animo imprenditoriale, e sono tornat in Italia, ad Arezzo, dove ho aperto la mia prima attività. Sono anche felicemente fidanzato con Benedetta. Rimpianti? Nel calcio ho fatto più di quello che mi aspettassi, ho sfondato dove volevo, nella finanza".

    Angelo Taglieri
    @AngeTaglieri88

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