Chavilert, Roberto Larcos, Castolo e gli altri: 15 anni fa l'uscita del primo PES
Nazionali e club, senza licenze. Nomi "quasi" reali: il Madrid era il Real, il Barcelona il Barcellona, Milano il Milan, Piemonte la Juventus e International l'Inter, l'Amsterdam l'Ajax, La Plata il River e Buenos Aires il Boca Juniors. Pomeriggi interi con gli occhi incollati sulla televisione ad ascoltare le parole dell'immortale duo Gianni Pinoli e Sandro Manini.
Dopo una prima parte di riscaldamento utilizzando i velocisti Roberto Larcos e Ronoldo, calciando le punizioni con Chavilert o con Batutista, contro la classe di Zidane, Del Piero e Nesta in un Resto del Mondo versus Europa, iniziava la grande avventura nella Master League. Stagioni affidate alla regia di Minanda, alla tecnica di Ximelez, al senso del gol di Castolo o alla velocità supersonica del panchinaro Burchet. Eroi che sarebbero diventati poi uomini spogliatoio, più scarsi dei titolari ma importanti per la squadra (nonché beniamini del pubblico, nella testa di noi allenatori da joystick). Già, perché poi sarebbero arrivate le star, i campioni veri. E Babangida, il primo bug dell'era PES...