Chapecoense, tra i soccorritori anche un bambino. E si pensa al funerale allo stadio
I PRIMI SOCCORRITORI- Come Sergio Marulanda, avvertito dell'incidente dal fratello medico: "Quando stavamo arrivando e parcheggiando le camionette, abbiamo visto che c'era già un bambino di 10 anni che ci ha detto che alcuni feriti venivano estratti dall’altra parte dell’aereo. A quel punto un poliziotto mi ha detto: sei il primo arrivato, fai salire il bambino sulla camionetta e vai a prendere i feriti. Abbiamo caricato Ruschel sulla mia macchina. Chiedeva della famiglia, dei suoi amici, diceva che aveva molto male all’anca perché aveva una frattura." Nei pressi della via principale di La Unión è stato installato il comando dei soccorsi, ma il luogo della tragedia è posto a circa 17 chilometri di distanza. Per raggiungerlo è necessaria anche una camminata di oltre 30 minuti: il terreno in quella zona presenta un’importante pendenza. Tra i vari soccorritori anche Teobaldo Garay, capitano del corpo dei pompieri del Perù, per caso in visita in Colombia. È lui ad aver salvato il giocatore Helio Hermito Zampier Neto. "Mi sono preso cura della testa e del collo, visto che il paziente aveva subito un grave trauma cranico ed era in uno stato di quasi incoscienza."
FUNERALE COLLETTIVO- Il segretario generale della Federazione di calcio brasiliana (Cbf), Walter Feldman, ha parlato della proposta dei dirigenti della Chapecoense alle famiglie delle vittime: un funerale collettivo allo stadio Arena Condà.