Champions o caos Milan: chi guida? Scaroni c'è, Li no
Il processo di identificazione col predecessore è evidentemente scattato: sentirsi in bilico e non cadere rafforza l'autostima. L'imperturbabilità non sembra ancora estesa a tutta la società, a giudicare dalle piccate puntualizzazioni sul presunto videomessaggio rassicurante del presidente contumace Yonghong Li alla squadra: una delle tante leggende metropolitane fiorite attorno al misterioso proprietario cinese, come tale appunto riportata da Repubblica.
Assai meno favolistico è il tema delle scadenze finanziarie da rispettare, per non far scattare le clausole che porterebbero il Milan al fondo americano Elliott, in forza del prestito da 303 milioni di euro a Yonghong Li per l’acquisizione del club da Silvio Berlusconi. Secondo fonti consultate da Repubblica, la proprietà cinese è obbligata a una serie di versamenti, il primo a fine novembre per circa 15 milioni, e un altro a fine anno. Un altro aumento di capitale da 60 milioni (fonti vicine al club parlano di 39 milioni versati) dovrà essere disponibile entro fine giugno o il Milan passerà a Elliott. Nel frattempo ulteriori debiti, come indicato da Berlusconi stesso, complicherebbero l'eventuale, successivo passaggio dal fondo a un nuovo acquirente.
Tra gli spettatori a San Siro ci sarà Paolo Scaroni, ex numero uno di Enel ed Eni con Berlusconi premier e oggi membro del cda milanista. Indicato come possibile presidente del Milan, se il fondo Elliott ne dovesse diventare proprietario, Scaroni ha parlato con Repubblica dell'ipotetico ruolo: "Non sarò presidente, anche perché, abitando a Londra, mi sarebbe difficile. Con l'Udinese ho visto la Juve molto determinata. Ma lo è pure il Milan: ha grande voglia di giocare questa partita".