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Guardiola vede le streghe, poi una follia di Emre Can e Foden regalano la semifinale al City: ora il Psg
L'immagine è riassunta tutta nel fotogramma che la regia internazionale ci regala subito dopo il 2-1 di Foden: Pep Guardiola che si porta le mani sul volto dopo un sorriso a trentadue denti. Un gesto liberatorio dopo tre quarti di partita sofferti, delicati, tirati. Il risultato è lo stesso dell'andata, un 2-1 targato dal suo pupillo Phil, ma il copione del Signal Iduna Park è totalmente diverso. La posta in palio è altissima, la tensione di un nuovo mezzo-fallimento europeo è forte. E l'avvio è tutto dei padroni di casa, che al 15' sono avanti con un Bellingham: classe 2003, il centrocampista bianconero beffa Ederson con un destro a giro che termina all'incrocio. Eurogol e Dortmund momentaneamente qualificato. Il City alza ritmi e baricentro, ma i gialloneri - schierati difensivamente con un solidissimo 4-5-1 - lasciano davvero pochi spazi. Lo squadrone di Guardiola, così, si trova a fare tanto possesso palla che si traduce però in un evanescente manovra di passaggi orizzontali. L'occasione più ghiotta è sui piedi di De Bruyne, che al 25' approfitta di un errore in disimpegno di Morey, colpendo la traversa da dentro l'area. Gli inglesi pressano, si rendono pericolosi ancora con un cross laterale del belga e con un inserimento di Mahrez, ma Bellingham è bravissimo a chiudere in scivolata.
In avvio di ripresa lo spartito della gara è simile: il City attacca ma non morde. Al 55', però, Emre Can decide di dare una mano a Guardiola. In tutti i sensi, perché l'ex centrocampista della Juve tocca con un braccio in area: ingenuità totale, per Del Cerro Grande non ci sono dubbi. Sul dischetto va Mahrez, che firma l'1-1 e riporta la qualificazione dalle parti di Manchester. La partita, a questo punto, prende una piega diversa: perché i padroni di casa tornano ad attaccare e a concedere più spazi, il City si libera dall'ansia. Rodri colpisce la traversa di testa, Gundogan calcia dal limite ma non trova la rete. Così come non la trova Haaland, impalpabile là davanti. E' allora ancora Foden, come all'andata, a mettere il sigillo su un 2-1 che, questa volta, significa qualificazione: il sinistro dal limite del classe 2000 beffa Hitz sul primo palo, colpisce il legno e termina in rete. L'abbraccio di tutta la squadra nei pressi della panchina di Guardiola è una liberazione: Pep centra la prima semifinale sulla panchina degli inglesi, che mancavano nei primi quattro posti dal 2016 (prima e unica volta, con Pellegrini in panchina). In semifinale, ora, il super duello con il Psg.
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In avvio di ripresa lo spartito della gara è simile: il City attacca ma non morde. Al 55', però, Emre Can decide di dare una mano a Guardiola. In tutti i sensi, perché l'ex centrocampista della Juve tocca con un braccio in area: ingenuità totale, per Del Cerro Grande non ci sono dubbi. Sul dischetto va Mahrez, che firma l'1-1 e riporta la qualificazione dalle parti di Manchester. La partita, a questo punto, prende una piega diversa: perché i padroni di casa tornano ad attaccare e a concedere più spazi, il City si libera dall'ansia. Rodri colpisce la traversa di testa, Gundogan calcia dal limite ma non trova la rete. Così come non la trova Haaland, impalpabile là davanti. E' allora ancora Foden, come all'andata, a mettere il sigillo su un 2-1 che, questa volta, significa qualificazione: il sinistro dal limite del classe 2000 beffa Hitz sul primo palo, colpisce il legno e termina in rete. L'abbraccio di tutta la squadra nei pressi della panchina di Guardiola è una liberazione: Pep centra la prima semifinale sulla panchina degli inglesi, che mancavano nei primi quattro posti dal 2016 (prima e unica volta, con Pellegrini in panchina). In semifinale, ora, il super duello con il Psg.
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