Cessione Samp, Ferrero: 'Solo elucubrazioni. Clima ostile per me, incontrerei i tifosi' ma...
In casa Sampdoria, i tifosi da tempo sognano un passaggio di proprietà, dalle mani di Massimo Ferrero a quelle di un altro presidente. La speranza dei sostenitori blucerchiati è quella che i concordati in cui sono coinvolte due aziende della famiglia del Viperetta possano accelerare i tempi. Il Viperetta però è di altro avviso: "Roma è Roma. Genova è Genova. E le aziende della mia famiglia e la Sampdoria non sono sorelle" ha detto a Il Secolo XIX. "Voglio pagare tutti i debiti romani, creditori e tasse. Se una volta che i concordati avranno avuto l’omologa e che avrò dismesso i rami d’azienda romani, cioè i loro immobili, i soldi non basteranno per pagare i debiti… se, se, se… è stato costituito un trust che ha messo la Sampdoria come rafforzativo del piano concordatario, a garanzia. Ma eventualmente passerà del tempo". E sulla cessione? "Io sono partito male, ho sbagliato dicendo che l’inno non era bello. Ora per me “Lettera da Amsterdam” è poesia… poi quella cosa di Recco e Chiavari… mi hanno impiccato. Si è creato un clima ostile nei miei confronti. Comunicati, manifesti e pure una trattativa al giorno. Una serie di elucubrazioni e fantasie senza riscontri. Avrei già venduto dieci volte… Finiscono solo con l’eccitare la piazza e aizzarla. Io incontrerei i tifosi, se volessero, ma non si può, ci sono delle regole. In ogni caso, secondo me, non bisogna scordarsi che la Sampdoria viene prima di tutto. Di me, allenatori, calciatori…".