Cessione Roma:| Quattro offerte dall'estero
In rigoroso ordine alfabetico: Cina, Emirati Arabi, Italia (due) e Stati Uniti. Fino a ieri, sarebbero provenute da questi Paesi cinque delle sei offerte non vincolanti per l'As Roma. Sei. Ma quando la musica cesserà, e si passerà all'analisi delle proposte pervenute, il numero potrebbe ancora crescere Perché ieri sia Rothschild sia Unicredit lanciavano lo stesso identico messaggio: se all'ultimo momento dovesse presentarsi l'occasione di cedere il club a un pesce grosso dell'alta finanza, nessuno gli direbbe 'no, guardi, il tempo è scaduto ieri a mezzanotte'. Piazza Cordusio, e per lei il suo advisor Rothschild, ha tutto l'interesse a guadagnare il più possibile dalla cessione dell'As Roma. Quindi, figuratevi se qualcuno dirà mai di no allo sceicco di turno...
Ma chi si è fatto avanti? L'ufficialità in un procedura di vendita come questa, per di più per una società quotata a Piazza Affari, non esiste. Anzi, l'obiettivo di Rothschild e Unicredit è quello di mantenere il più stretto riserbo. Tra gli investitori stranieri ci sarebbero il fondo Aabar, che di Unicredit è il secondo azionista dopo Mediobanca, una società cinese (China Investment Corporation?) e un misterioso americano. Che avrebbe chiesto di sua sponte informazioni sull'As Roma e che si starebbe affidando completamente allo studio legale Tonucci. Lo stesso che nel 2008 fu advisor per conto della Inner Circle Sports LLC nell'affaire Soros.
È questo l'elemento che salta agli occhi. La maggioranza delle offerte viene dall'estero. Indicativo. Come è stato sottolineato da Il Romanista proprio ieri, significa che, nonostante le difficoltà incontrate sul campo e fuori dalla nostra società - arbitraggi scandalosi, deferimenti sospetti, l'infermeria piena e una legge sugli stadi che il Parlamento non ne vuol sapere di approvare - l'As Roma fa parecchio gola. Questa società è terreno fertile. Qui si possono investire centinaia di milioni di euro facendo leva su una passione straordinaria e su un marchio, un logo, uno stemma, la lupa capitolina, conosciuti in tutto il mondo. Con tutto il rispetto per l’aquila, le pecore di Formello e la bandiera della Grecia. Uno dei due soggetti italiani sarebbe (ma il condizionale, in questo caso, potrebbe essere superfluo) la famiglia Angelucci. E l'altro? Logica impone che sia Angelini. Mica per niente, ma dopo avere espresso per un anno l'intenzione di acquistare l'As Roma, sarebbe davvero strano se non fosse uno degli offerenti.
(Il Romanista)