Cessione Roma:| Le cause di un insuccesso
La fumata è più nera del previsto. Il giorno X per la presentazione delle offerte vincolanti per l'acquisizione dell'As Roma è arrivato, ma né sul tavolo di Unicredit né su quello di Rothschild (l'advisor delegato alla vendita del club) sono arrivate le buste contenenti la proposta d'acquisto definitiva. Lo spostamento della deadline da metà dicembre a fine gennaio non dipende dalle festività natalizie (che fosse Natale lo si sapeva già quando era stata fissata la prima deadline), né per non interferire con la campagna acquisti di gennaio.
Il bilancio in rosso della Roma, gli stipendi non pagati, la mancanza di una rete di merchandising a livello internazionale e quella di uno stadio di proprietà (tutti elementi emersi nella due diligence inviata 20 giorni fa) hanno infatti frenato le volontà degli interessati. Il gruppo Aabar, che aveva già pronta un'offerta, si è tirato indietro così come un gruppo di investitori russi. Solo Angelucci ha pronto un piano industriale che fonti vicine ad Unicredit riterrebbero però non adeguato, mentre gli americani di Boston hanno preso altro tempo. L'invio della due diligence è stata confermata ieri da un comunicato firmato Italpetroli.
L'attuale situazione di stallo intanto conferma i Sensi alla guida della Roma. Con quali soldi? Quelli della banca che basteranno a coprire le ultime mensilità arretrate. Si complicano invece i rinnovi di Vucinic, Mexes, Perrotta e Cassetti. I tre a partire dal 31 gennaio potranno accordarsi con un'altra squadra, anche se la banca ha dato il via libera al rinnovo del francese (da girare in estate al Milan per coprire i 10 milioni di Borriello). Il mercato invernale sarà tutto in uscita con le probabili cessioni di Vucinic, Baptista, Okaka, Cicinho e Adriano. Utili appena a coprire le spese della società.
(Leggo - Edizione Roma)