Cessione Roma:| La scelta a metà mese
Ci vogliono un paio di settimane per la scelta dell'acquirente della Roma calcio fra le cinque offerte presentate lunedì scorso a Rothschild. Tra queste, come anticipato da Il Messaggero di due giorni fa, non c'è una proposta d'acquisto riconducibile direttamente al fondo Aabar di Abu Dhabi, socio col 4,9% di Unicredit, come sembrava fino a poco tempo fa. Ieri Aabar ha smentito di aver depositato una proposta d'acquisto, dando fiato alle indiscrezioni più disparate sulla vera identità dell'offerente: in realtà dietro Claraz sa, il veicolo lussemburghese che ha fatto l'offerta, ci sarebbe una finanziaria del governo di Abu Dhabi. E la Consob ieri pomeriggio, di fronte a indiscrezioni che potrebbero muovere il titolo, avrebbe chiesto un commento a Italpetroli e Unicredit atteso per oggi.
Nel pomeriggio a Milano è in programma la riunione fra Attilio Zimatore, Rosella Sensi, Antonio Muto - che fanno parte del consiglio di Roma 2000 -, Alessandro Daffina, capo di Rothschild, Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso, i due top banker di piazza Cordusio che seguono il dossier. L'incontro serve per discutere le offerte ricevute dalla cordata americana guidata da Thomas R. Di Benedetto, Claraz, Gianpaolo Angelucci, dalla finanziaria dell'Arabia saudita e da un gruppo francese specializzato in attività sportive. La riunione dovrà anche definire i prossimi passi della procedura che, salvo imprevisti, dovrebbe concludersi fra un paio di settimane. Le prime tre sarebbero nell'ordine le più concrete anche se, avendo strutture differenti, dovranno essere rese omogenee il più possibile.
Accanto a Di Benedetto & c che, come gli altri, vorrebbe acquistare il club giallorosso attraverso una Newco, si schiererebbe Unicredit disposto a rilevare il 40% diretto della società sportiva, a finanziare il club e a partecipare al piano industriale a 3-5 anni che prevede robusti investimenti (80-90 milioni circa). Naturalmente la proposta degli americani, essendo stata confezionata la scorsa settimana nella tre-giorni di riunioni a New York sarebbe quella più conosciuta almeno da piazza Cordusio. Ora dovrà essere illustrata anche a Zimatore che, in veste di presidente super partes di Italpetroli e di Roma 2000, nei cui consigli siedono un esponente a testa di Unicredit e Sensi, avrà voce in capitolo nella decisione. Anche ieri i legali degli studi Grimaldi e associati e Carbonetti per Unicredit, Lovells per i Sensi avrebbero esaminato le cinque offerte, ognuna delle quali composte da decine e decine di pagine più allegati. Lo stesso lavoro di esame sarebbe in corso da parte di Rothschild che oggi illustrerà i documenti in modo che siano comparabili il più possibile in termini di prezzo per il 67% e piani di rilancio e sviluppo.
L'advisor dovrebbe fare anche la raccomandazione su quale offerta sarebbe più vantaggiosa. Un compito difficile perchè, escluse le ultime due, quella Usa, di Abu Dhabi e di Angelucci sarebbero meritevoli di considerazione anche se l'ultima sarebbe più bassa: l'offerta di Di Benedetto comunque avrebbe il vantaggio di garantire un piano di sviluppo più robusto con una valorizzazione della As Roma attorno a 120-130 milioni, più o meno appaiata a quella di Claraz. I legali avrebbero anche ricostruito l'identità dei proprietari della Claraz sa che ha suscitato un polverone dopo la smentita di Aabar. In realtà, da quello che trapela dalle fonti dirette, questa newco sarebbe domiciliata presso la sede di Sidney Bouvier, vicedirettore della banca privata Edmond de Rothschild Europe che nulla ha a che vedere con la Rothschild advisor della vendita. Quindi fra le due Rothschild non ci sono rapporti e la domiciliazione è la prassi che viene seguita in questi casi.
(Il Messaggero)