Cessione Genoa, la pista Gallazzi non è chiusa. Ecco le cifre del rilancio
La verità è che, nonostante le brusche parole usate da ambo le parti al momento dello strappo, il dialogo tra venditore ed acquirente, pur raffreddatosi, non si è di fatto mai interrotto e presto, su questo fronte, potrebbero giungere importanti novità.
In serata Preziosi dovrebbe infatti incontrarsi con Beniamino Anselmi, eventuale nuovo presidente rossoblù in caso di cambio di proprietà ma anche fine tessitore diplomatico di una situazione molto ingarbugliata, per capire se ci siano o meno reali possibilità di riaprire ufficialmente la trattativa.
Come spiega l'edizione odierna di Repubblica-Genova, l'intenzione dello Sri Group di Gallazzi sarebbe quella di ripresentare un'offerta da 120 milioni di euro sostanzialmente uguale a quella già avanzata ad inizio settembre. A cambiare sarebbero però alcuni parametri secondari, ma evidentemente decisivi per il buon esito dell'operazione. Tra questi l'importo e la rateizzazione della buonuscita da garantire a Preziosi, il quale nel giro di tre anni potrebbe arrivare ad incassare da un minino di 18 ad un massimo di 30 milioni di euro.
Altre note dolenti sono i debiti contratti dal club (85 milioni di euro) e le pendenze con l'erario (circa 6 milioni all'anno), che anche in questo caso Gallazzi e soci si impegnerebbero a saldare per intero. Buchi che gli acquirenti, in caso di subentro, intendono coprire garantendo alle casse rossoblu due pesanti ricapitalizzazioni, la prima da 50 milioni ad inizio 2018, l'altra, con una cifra più o meno simile, a giugno per finanziare il prossimo mercato estivo.