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  • Cesenamania:| C'è di che essere ottimisti

    Cesenamania:| C'è di che essere ottimisti

    • Mattia Guidi

    Cambia l'approccio, cambiano le trame, cambia (in meglio) anche la pericolosità offensiva, ma ancora una volta il Cesena esce sconfitto dal campo. La vittoria del Palermo al Manuzzi domenica scorsa brucia e non poco; sia chiaro, è del tutto comprensibile e preventivabile uscire sconfitti dal confronto con una squadra che rispetto ai bianconeri è una vera e propria corazzata, ma proprio per il fatto che gli uomini di Ficcadenti sono riusciti a tenere la partita in bilico fino all'ultimo, c'è da essere più che rammaricati.

    Il Cesena visto in campo con i rosanero, infatti, ha costruito, attaccato, prodotto palle gol e messo in netta difficoltà una squadra che sulla carta è già sul 4-0 al momento di leggere le formazioni. Merito senza alcun dubbio dell'allenatore, capace di proporre - a parere di chi scrive - la manovra più fluida e piacevole della colonna di destra della classifica; merito dei giocatori, che settimana dopo settimana mettono in campo tutto quanto è possibile per tirare fuori la squadra dalle sabbie mobili. La spietata morale, tuttavia, è sempre la stessa: ciò che conta nel calcio sono i punti, e i punti non si ottengono con gli applausi.

    Contro il Palermo, per tornare in attualità, la differenza l'ha fatta la precisione di Miccoli sul gol dell'1-2, che paragonata alla clamorosa occasione fallita da Parolo per il pari a tu per tu con Sirigu, spiega tutto o quasi. Fino alla scorsa settimana si imputava al Cesena il limite di non creare pericoli ai portieri avversari, indicando in questa mancanza il limite principale della stagione; poi succede che i bianconeri al tiro ci vanno, e ci vanno spesso, pur contro un signor avversario come i rosanero, ma la palla, un po' per demeriti e un po' per sfortuna non entra in rete, portando ancora una volta un totale di zero punti.

    Per questo una sconfitta preventivabile diventa una delle più brucianti del campionato: se il gioco si vede, i giocatori si dannano l'anima e la squadra arriva a concludere ma non vince, c'è davvero di che frustrarsi. Certo, qualcosa da rivedere lo si può trovare nei dati sui marcatori, con soli quattro uomini in rete fino ad ora, segno che qualcuno dovrebbe proporsi più spesso in avanti; ma se fino a qualche settimana fa si potevano sollevare critiche alla direzione tecnica, l'ultima prestazione del cavalluccio ha tanto, tantissimo di buono.

    A questo punto, quindi, non resta che affinare la mira e sperare in qualche colpo di fortuna in più, produrre il massimo sforzo per accantonare punti necessari a guardare con fiducia al futuro. E il futuro si chiama mercato di gennaio, con il presidente Campedelli che dovrà assolutamente intervenire per colmare le lacune della finestra estiva. Un rinforzo per ruolo, specie in difesa e in attacco, potrebbe essere sufficiente per aggiungere le giuste mancanze alla rosa e allo score; un sacrificio possibile da parte della società, ma sempre a patto che si lavori per veri valori aggiunti, e non mosse 'simboliche' dettate dalla mancanza di alternative.

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