Cesenamania:| Nulla da perdere
Iniziamo con una semplice riflessione difficilmente confutabile: salvare il Cesena sarebbe una vera e propria impresa. Ad oggi, infatti, i bianconeri dovrebbero mettere insieme una quarantina di punti in 28 giornate, una media di 1,5 a partita; la traduzione più chiara di questi numeri significa niente più che: vincere. Arrigoni e i suoi ragazzi, insomma, non hanno altro risultato possibile che la vittoria; ma prima ancora che sul campo, il Cesena dovrà vincere contro sé stesso e contro le proprie paure. Ciò che infatti è davvero preoccupante nella classifica del cavalluccio non sono (solo) i 7 punti di distacco dalla zona salvezza (più del doppio di quelli conquistati sin qui), ma anche e soprattutto l'effetto 'sabbie mobili' di un avvio così disastroso.
Quando non si vince, quando si scende in campo con l'obbligo di portare a casa punti, quando la sorte non sempre sorride, allora giocare a pallone diventa una missione ancora più complicata. E le difficoltà psicologiche della squadra di Arrigoni sono evidenti. Il Cesena è una squadra che combatte due avversari in campo: gli altri undici in primis, e la paura di perdere poi. Una sindrome facilmente individuabile nel ko interno contro il Lecce, con i bianconeri letteralmente sgretolati dal gol di Cuadrado: in quel preciso istante, con un risultato forse ingiusto ma in ogni caso recuperabilissimo, la paura stessa di una ennesima sconfitta ha sancito la fine del match.
Comprensibile e per nulla invidiabile la frustrazione psicologica di chi da dieci partite non fa che collezionare sconfitte senza mai aver assaporato una sola vittoria. Allo stesso modo è comprensibile la paura di perdere ancora, di lasciare scoperto uno spazio in difesa, di sbagliare un tiro. Ma con i mille timori, seppur comprensibili, che possono sorgere in un momento del genere, la risalita è semplicemente impossibile. Starà ad Arrigoni lavorare su questo, vitale, aspetto del gruppo: molta paura significa pochi, pochissimi punti. Cesena già retrocesso, quindi? Sarebbe sciocco affermarlo a novembre, ma forse questo è il miglior approccio mentale possibile per i bianconeri: non avere nulla da perdere. Perchè chi non ha nulla da perdere, non ha motivo di avere alcuna paura.