Cesenamania:| In attesa del fischio finale
Scrivere del Cesena, di questi tempi, non è cosa facile. Da un lato il rischio è quello di sparare a zero sulle macerie di un progetto polverizzato dall'inettitudine dei suoi protagonisti in campo, dall'altro l'alternativa diventa parlare del nulla, riempire un foglio bianco dedicandosi alla più totale divagazione. Una stagione del genere, insomma, non la si augura neppure alla penna più antipatica del pianeta. Lecce-Cesena, in programma domenica prossima al 'Via Del Mare', è l'ennesimo emblema del nulla che circonda il cavalluccio: nessuna attesa, niente in palio, pochissimi tifosi al seguito.
E pensare che nel calendario appeso nello spogliatoio questa partita doveva essere stata cerchiata col pennarello rosso, come dovesse essere 'la' partita della stagione, quella con cui ipotecare magari una bella salvezza anticipata. Lecce nelle ultime due stagioni era stata una tappa fondamentale per due imprese eccezionali: nel 2010, in serie B, la vittoria per 2-1 firmata da Malonga aveva lanciato i bianconeri verso la promozione diretta, mentre lo scorso anno fu Bogdani a sancire un pareggio insperato che si rivelò determinante per la salvezza.
Tutto diverso oggi: al 'Via del Mare' domenica si vedrà poco più di un allenamento dei padroni di casa, contro uno sparring partner che ha già iniziato a programmare la cadetteria, pur conservando in fondo in fondo una piccola speranza di restare in A per demeriti altrui riferiti allo scandalo scommesse. Non vi è alcun dubbio che, sportivamente parlando, una permanenza nella massima serie conquistata nei tribunali non piacerebbe a nessuno, dai tifosi alla dirigenza; ma è vero al tempo stesso che se qualcuno ha giocato con la credibilità di un campionato e con la passione di chi lo segue, ora il conto arrivi e sia salato.
E a proposito di conti salati, il primo scotto da pagare per la straziante stagione del Cesena arriva proprio dall'interno, con l'annunciato disimpegno di Technogym da sponsor principale; una scelta che dispiace dal punto di vista territoriale, per un marchio nato, cresciuto e diventato leader mondiale proprio a Cesena. D'altro canto, però, unire il proprio nome a quanto fatto vedere in campo quest'anno dai bianconeri è effettivamente un azzardo imprenditoriale ai limiti dell'autolesionismo. Si ripartirà da zero, quindi, a partire dalla squadra (che vedrà ben pochi superstiti) fino ai partner commerciali; nell'attesa, interminabile, di poter abbassare la serranda e dare forma ad un nuovo ciclo.