Cesenamania:| Il terzo miracolo
E alla fine applausi per tutti. La salvezza conquistata dal Cesena con una giornata di anticipo ha un sapore storico, un sapore che la piazza bianconera può assaggiare per la terza volta consecutiva, dopo il doppio salto dalla Lega Pro alla serie A. Merito di un finale di stagione da urlo, con una media punti da zona Champions, che ha compensato pienamente i momenti di flessione di metà stagione; proprio quei momenti, con Ficcadenti nella bufera e la dirigenza a scommettere comunque su di lui con un tasso di rischio paragonabile ad una roulette russa, sono stati probabilmente la svolta di una storia che ora possiamo definire davvero bellissima. Applausi, dunque, al lavoro di un allenatore che magari non sarà simpatico, sorridente o brillante, ma che è stato capace di salvare una piccola facendola giocare come una grande; ora è d'obbligo chiedersi se la conferma di Ficcadenti sia auspicabile o meno, perché se da un lato il rapporto con la piazza resta incrinato (anche se molti nel proprio intimo oggi si sono con tutta probabilità ricreduti, pur non ammettendolo), dall'altro c'è un progetto di gioco affascinante, specie considerate le maggiori potenzialità economiche all'orizzonte del Cesena 2011/2012.
Applausi non possono che essere indirizzati anche alla dirigenza e al presidente Campedelli: nel calcio, quello giocato, contano i risultati, e se i bianconeri hanno centrato la salvezza questa porta imprescindibilmente la sua firma, la firma di un presidente-uomo mercato che ha mostrato grande attaccamento e fiducia nella propria creatura. E' vero, restano punti interrogativi riguardo un mercato non sempre ritenuto all'altezza da tifosi e critica, ma al tempo stesso è stata senza dubbio decisiva la scelta della strenua difesa dell'allenatore anche quando questi era solo contro tutta una piazza; una decisione, quella di Campedelli, segno di grande coraggio, perché se le cose fossero andate diversamente il presidente sarebbe stato considerato un vero e proprio kamikaze. E a proposito di kamikaze, dispiace che su una salvezza così bella resti la macchia di quella spiacevolissima conferenza stampa del patron, che ha offerto all'Italia intera (e non solo a quella del calcio) un'immagine di Cesena e dei cesenati lontana anni luce dalla realtà.
Resta la squadra, un gruppo di giocatori dal grande spessore umano prima di tutto, che hanno dato tanto per la maglia bianconera, convinti di poter raggiungere questo traguardo e vogliosi di vivere e di far vivere ai tifosi una così storica giornata. A loro va l'applauso più grande, dai 'fenomeni' Jimenez, Parolo e Giaccherini, ai sottovalutati e a volte bistrattati Pellegrino e Bogdani, passando per gli instancabili Lauro e Ceccarelli che hanno dimostrato di valere ampiamente la categoria, fino a chi, come Benaluane, spesso non è riuscito a dare il contributo che avrebbe voluto dare; come dimenticare, poi, il 41enne Antonioli, tra i migliori cinque portieri dell’'ntero campionato. Difficile menzionare tutti, più facile semplicemente dire loro: grazie. A margine, sono due sole le persone che oggi non meritano applausi quanto gli altri: il sottoscritto che riteneva l'allenatore troppo 'tecnico' per una realtà come Cesena e che è ben felice di essere stato smentito nei fatti, e il preparatore atletico Mattia Toffolutti, capace evidentemente di un ottimo lavoro sui giocatori, ma infinitamente meno lodevole nel pessimo gesto rivolto ai tifosi bianconeri in trasferta a Parma; certe cose, fortunatamente, vanno oltre la memoria calcistica.