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    Cesenamania:| Mutu, il nuovo Salvetti

    Cesenamania:| Mutu, il nuovo Salvetti

    Un tuffo nel passato, quello di mercoledì sera al 'Manuzzi' contro l'Udinese; una serata che improvvisamente al 21' del primo tempo riporta la mente indietro di cinque anni, ad una stagione - sotto tanti preoccupanti aspetti - molto simile a quella che si sta concludendo. Era il 9 settembre 2007, il Cesena dell'ultimo Castori, negli ultimi mesi dell'era Giorgio Lugaresi; i bianconeri erano stati costruiti per una B di vertice, con Moscardelli, Croce e Salvetti cui era affidata la missione di dare quel qualcosa in più dal punto di vista tecnico e realizzativo. Quel Cesena, tuttavia, retrocesse mestamente in Lega Pro dopo un campionato in cui la squadra si dimostrò ampiamente incapace di reagire alle difficoltà e di saper essere prima di tutto un gruppo. In quella squadra, così simile ai bianconeri di oggi, c'era un giocatore simbolo di tutta la frustrazione di un'annata storta, uno che era stato incoronato leader ma che leader non fu mai capace di esserlo: Emiliano Salvetti.

    Il fantasista, romagnolo di nascita, era in piena fase calante della propria esperienza in riva al Savio, e il suo stesso (difficile) rapporto con la piazza non era mai stato così negativo; fu così che quel 9 settembre di cinque anni fa, avversario il Pisa e in un clima tutt'altro che sereno, Salvetti si apprestò a battere un calcio di rigore sotto la 'Mare'. Fischio dell'arbitro e lob del centrocampista che finisce alto sulla traversa, una battuta fin troppo svogliata per essere vera. La storia di Salvetti al Cesena terminò in quell'esatto momento, lasciando spazio, per le poche restanti settimane, ad una reciproca insofferenza tra giocatore e tifosi. Il nuovo Salvetti, a cinque anni di distanza, risponde al nome di Adrian Mutu. Il rumeno ha una storia per certi versi simile: anche lui chiamato ad essere leader del suo Cesena, anche lui rivelatosi del tutto inadatto al ruolo e incapace di comprendere la differenza tra meritare il rispetto con i fatti e pretenderlo per diritto divino.

    Anche la storia di Mutu a Cesena, così come quella di Salvetti, si conclude con un calcio di rigore, quello battuto mercoledì sera sotto la 'Ferrovia' con il pallone stampato sulla traversa e i fischi di un pubblico oramai sfinito dalla supponenza di un giocatore che al di là del gossip ha lasciato davvero poco in Romagna. Senza dubbio la piazza si aspettava troppo da un giocatore mai abituato ad essere leader carismatico, e in evidente fase di declino da oltre una stagione. Tuttavia era forse lecito aspettarsi qualcosa di più soprattutto nei momenti di maggior difficoltà. Al contrario, invece, così come dopo il primo tempo dell'Olimpico contro la Roma, quando il gioco si fa duro... Mutu resta negli spogliatoi a fine primo tempo. Forse, tutto sommato, era davvero lecito aspettarsi qualcosa di più.

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