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Cesenamania: il fascino del camaleontismo
In serie A, in questa seria A, si vince con l'atteggiamento prima che con la qualità. Cesena-Empoli ne è stata la pacifica dimostrazione: primi venti minuti di buio totale, il cambio di modulo con annessi gol ed occasioni e poi di nuovo il buio. In quei venti minuti sono prevalsi determinazione ed intraprendenza, ci si è scrollata di dosso la paura dell'avversario affontando la gara con il giusto piglio. Era lo stesso Cesena visto all'esordio in campionato. Peccato sia durata solo 20 minuti.
Nell'arco di 38 partite le occasioni per fare punti per una provinciale non sono tante. Quando si è in doppio vantaggio con una diretta concorrente, per di più fra le mura amiche, non ci si può permettere di sciupare il bottino pieno. I toscani hanno sempre dimostrato di avere un identità ben precisa basata su un modulo chiaro e un sistema di gioco a cui rimanere fedeli in tutti i momenti della gara. Nel bene e nel male, in cadetteria così come in serie A, Sarri e il suo Empoli rimangono tali a prescindere che si affronti la Roma o il Chievo.
Il Cesena no. Il Cesena soffre l'avversario in maniera eccessiva, dimostra difficoltà nell'approcciare la gara e spesso si concede cali di concentrazione che finiscono nel regalare spezzoni di gara all'avversario. Questi errori in massima serie si pagano, sempre. A Torino è arrivata la conferma di tutto ciò.
Era onestamente impensabile provare a fare la partita (100 milioni di euro fra i costi di gestione delle due squadre non è colmabile neppure con tutta la buona volontà di questo mondo), ma in Romagna in molti si aspettavano qualcosa di più. È mancato l'agonismo, la voglia di arrivare primi sul pallone, si è vista poca aggressività e quando tutto questo difetta ad un squadra di Bisoli i presagi non sono buoni. Domenica arriverà al 'Manuzzi' un Milan affamato di punti e di bel calcio... nei bianconeri il carattere, almeno in carattere, non potrà più mancare.