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Cerci: 'Deluso da Inzaghi, resto al Milan'
Tra gli attaccanti in bilico al Milan c'è anche Alessio Cerci. I primi 6 mesi in rossonero, con Filippo Inzaghi in panchina, non sono andati bene per il giocatore ancora di proprietà dell'Atletico Madrid e nelle ultime settimane sono stati ripetuti gli accostamenti a Torino e Genoa. Nell'intervista concessa a Tuttosport, l'ex granata ha confessato il proprio desiderio di rilanciarsi in rossonero: “So che al Milan la concorrenza è terribile, so che sono arrivati due attaccanti fortissimi, ma io ho una certezza: se mi alleno bene, non sono secondo a nessuno. Me la gioco con tutti. Visto che è un anno che gioco poco, questa fase della stagione è fondamentale. Ritornare al Torino? Cos’ha detto Cairo l’altro giorno? Fantacalcio. Ecco, io dico lo stesso”.
Non è mancato un duro commento sui suoi mesi in compagnia di Filippo Inzaghi, tecnico che ha spinto per averlo lo scorso gennaio salvo poi impiegarlo col contagocce: “A gennaio ho commesso l’errore di fidarmi. C’erano diverse squadre che mi volevano, Inter compresa, ma alla fine ho scelto il Milan perché mi era stata data l’assicurazione che avrei giocato tutte le partite. Non è stato così, anzi: mai giocato più di due partite di fila, la squadra non girava e io ci ho rimesso più di tutti. Non sono stati chiari con me: venivo da 3-4 mesi in cui avevo giocato poco, era ovvio che avessi bisogno di tempo e di fiducia. Non mi sono stati concessi”.
Sul suo ruolo in questa stagione: “Sento la fiducia della società, voglio far vedere che sono un giocatore da Milan e dimostrare che in campo so fare ottime cose. Con la forma fisica eccellente e la mente sgombra, la concorrenza non mi preoccupa. Sicuramente nel 4-3-1-2 che utilizza Mihajlovic la mia posizione è la seconda punta. un ruolo che ho già ricoperto al Torino: in allenamento mi sto applicando per capire bene tutti i movimenti. Poi, se il mister dovesse passare al 4-3-3, andrei a giocare da esterno”.
Non è mancato un duro commento sui suoi mesi in compagnia di Filippo Inzaghi, tecnico che ha spinto per averlo lo scorso gennaio salvo poi impiegarlo col contagocce: “A gennaio ho commesso l’errore di fidarmi. C’erano diverse squadre che mi volevano, Inter compresa, ma alla fine ho scelto il Milan perché mi era stata data l’assicurazione che avrei giocato tutte le partite. Non è stato così, anzi: mai giocato più di due partite di fila, la squadra non girava e io ci ho rimesso più di tutti. Non sono stati chiari con me: venivo da 3-4 mesi in cui avevo giocato poco, era ovvio che avessi bisogno di tempo e di fiducia. Non mi sono stati concessi”.
Sul suo ruolo in questa stagione: “Sento la fiducia della società, voglio far vedere che sono un giocatore da Milan e dimostrare che in campo so fare ottime cose. Con la forma fisica eccellente e la mente sgombra, la concorrenza non mi preoccupa. Sicuramente nel 4-3-1-2 che utilizza Mihajlovic la mia posizione è la seconda punta. un ruolo che ho già ricoperto al Torino: in allenamento mi sto applicando per capire bene tutti i movimenti. Poi, se il mister dovesse passare al 4-3-3, andrei a giocare da esterno”.