La cura Montella regala Lazzari alla Fiorentina
Quando l’11 giugno 2012 Vincenzo Montella diventa allenatore della Fiorentina, la squadra viola è reduce da uno dei suoi campionati peggiori in serie A, con salvezza conquistata alla penultima giornata, dopo un torneo fatto di due cambi di allenatore, tre tecnici, episodi di indisciplina di molti dei suoi tesserati, e una svalutazione complessiva del parco calciatori che stava quasi per portare la famiglia Della Valle a cedere la società in altre mani.
Al netto del cambio di alcune figure dirigenziali nella stessa società gigliata, come la promozione a direttore tecnico di Eduardo Macia, e l’arrivo come direttore sportivo di Daniele Pradè, il lavoro fatto dall’allenatore di Castello di Cisterna e dal suo staff, nel recupero prima fisico e poi psicologico di molti atleti sotto contratto con la Fiorentina, si sono visti molto presto.
Il primo esempio di centro di riabilitazione viola, capace di risollevare calcisticamente un grande numero di giocatori è senza dubbio Adem Ljajic. Il classe ’91 di Novi Sad, protagonista soltanto pochi mesi prima dalla famosa scazzottata con l’ex tecnico Delio Rossi durante un Fiorentina - Novara, è stato subito investito di tutta la sua fiducia da Vincenzo Montella, che fin dall'inizio lo ha promosso titolare nel ruolo di seconda punta e poi di fantasista all’occorrenza, alle spalle di Luca Toni. Ed il talento serbo ha rigato dritto, tanto da attrarre l’estate successiva l’interesse del Milan e, poi della Roma, che sull’ex Partizan Belgrado ci ha investito oltre 8 milioni di euro.
In ordine cronologico va poi segnalato Norberto Murara Neto, oltre tre anni da comparsa a Firenze alle spalle dei vari Frey, Boruc e Viviano, e poi dall’estate 2013 protagonista incontrastato con interventi miracolosi e parate sopraffine, tanto da farsi eleggere da piu’ di un addetto ai lavori del calcio italiano fra i migliori portieri della serie A.
E che dire di Juan Manuel Vargas? L’esterno sinistro mancino, era finito sui giornali nell’anno in cui Sinisa Mihajlovic divenne tecnico della Fiorentina, più per episodi di cronaca che per vicende legate al campo di gioco. Nel corso della passata stagione non solo ha sfornato cross, gol ed assist come ai bei tempi, ma ha recuperato un rapporto straordinario con la sua famiglia, diventando esempio di professionalità e candidandosi a divenire il titolare sia nel ruolo di interno sinistro a centrocampo, che di attaccante esterno, sempre sulla fascia mancina.
Quest’anno c’è da capire chi sarà fra i giocatori della rosa gigliata l’elemento che, più degli altri, Montella ed i suoi collaboratori riusciranno a far crescere mentalmente e a recuperare fisicamente parlando. Fra i segnali più positivi giunti in questa prima parte della stagione si segnala Andrea Lazzari, dato per sicuro partente durante lo scorso ritiro estivo di Moena in val di Fassa, ed invece non solo inserito nella lista di elementi utilizzabili in competizioni Uefa, a scapito di giocatori che darebbero maggiori certezze (come Mati Fernandez, un altro calciatore che sembrava essersi perso nei suoi primi tempi a Firenze) ma protagonista nella sfida di una settimana fa a Borisov contro la Dinamo Minsk, dove è stato autore di due assist. Fra gli obiettivi stagionali di Montella c’è quello di far fare il definitivo salto di qualità anche ad atleti quali Ilicic, Alonso e a Babacar, anche quest’ultimo fin troppo discolo nei comportamenti nella stagione 2012-2013 quando fu per la prima volta promosso in prima squadra viola.