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Ceferin: 'La Superlega? Ormai esiste solo per soddisfare l'ego di qualcuno. E i tifosi italiani...'
Proprio dalla situazione del calcio ucraino il capo del calcio europeo ha voluto prendere le mosse. Affermando che si augura di vedere portare a termine il campionato nazionale, nonostante si renda conto delle difficoltà, a partire dalle sedi di gara. Che non possono essere in territorio ucraino. Ćeferin non ha invece lasciato spiragli alla possibilità che i club russi vengano riammessi alle competizioni europee.
Una parte dell'intervista è stata dedicata alla fede calcistica del presidente Uefa, Che nonostante la nazionalità slovena ha dichiarato di essere tifoso proprio dell'Hajduk. Una passione calcistica che risale all'epoca in cui Slovenia e Croazia erano parte di un paese chiamato Jugoslavia, e che sopravvive ai mutamenti geopolitici. Ma un'intervista col capo del calcio continentale non poteva non comprendere il tema della Superlega. Che a poco più di un anno dal fallito golpe tentato dai 12 club congiurati continua a essere oggetto di polemica. “È morta. Chi si ostina a tenerla in vita lo fa soltanto per soddisfare il proprio ego, ma ormai è una cosa irrealizzabile”. Un'opinione secca, quasi sprezzante. E sul tema della Superlega il presidente Uefa è tornato subito dopo, quando è stato chiamato a commentare il livello competitivo dei principali campionati europei. Rispondendo sulla mancanza di competizione per la vittoria finale in Bundelsiga e Ligue 1, ha giudicato buono l'equilibrio in Premier e quanto all'Italia “c'è più competizione, ma non sono forti in termini finanziari”.
E ricollegandosi a quest'ultimo tema Ćeferin ha dato un giudizio secco sulle tifoserie italiane e spagnole: “La Premier League ha la più grande tradizione, i tifosi sono diversi che in Italia. Quando c'è stato il conflitto sulla Superlega i tifosi inglesi ci hanno aiutato a fare fallire il progetto. Invece i tifosi italiani e spagnoli non hanno fatto nulla”.
Ultimo pensierino sull'ipotesi di Final Four in Champions League. Una formula che il presidente Uefa giudica emozionante, ma che porta a sacrificare alcune partite e dunque le possibilità d'incasso per i club. E tra lo spettacolo e la convenienza economica vince sempre la seconda.
@pippoevai