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Ce l'ho con... Tavecchio è un flop, è una Nazionale senza futuro
I risultati non mentono e sono l'unica cosa che conta in questo caso, mentre le chiacchere stanno a zero. La FIGC guidata dal rieletto Carlo Tavecchio si è vantata per diversi mesi del programma di potenziamento dei centri federali lungo tutta la penisola per scovare i talenti del futuro e ha parlato di rilancio del movimento giovanile. Tutto giusto, tutto lodevole, ma le vittorie continuano a mancare e l'eliminazione dell'Italia Under 17 dall'Europeo di categoria è l'ennesimo fallimento che mette a nudo le falle di un sistema.
QUANTI FALLIMENTI - La vittoria con la Croazia all'esordio aveva illuso, poi la Spagna e la gestione "discutibile" del caso Kean (il solito pessimo esempio di prevaricazione dei club sulla Nazionale) hanno fatto il resto, costringendoci a giocarci il tutto per tutto contro la Turchia. E' andata male e, per la terza volta nelle ultime 4 edizioni, non parteciperemo nemmeno al Mondiale, in programma in India ad ottobre. Un flop che va ad unirsi all'eliminazione dell'Under 19 nella Fase Elite di qualificazione all'Europeo, nonostante un organico di tutto rispetto con i milanisti Llamas, Gabbia e Cutrone, i romanisti Pellegrini e Marchizza o il sassuolese Adjapong, solo per citarne alcuni. Come ultimo baluardo, ci resta l'Under 20, impegnata al Mondiale in Corea del Sud ma inserita in un girone tutt'altro che abbordabile con Uruguay, Giappone e Sudafrica, e l'Under 21 di Di Biagio, attesa dall'Europeo a giugno.
NON SOLO STRANIERI - Il refrain è sempre lo stesso, la Federazione si vanta di investire molto sui giovani, eppure la realtà dice altro. E non si tratta soltanto del fatto di non vincere o di non portare a casa risultati, perchè questi arrivano, seppur in maniera isolata (finale dell'Europeo Under 17 nel 2013, finale dell'Under 19 lo scorso anno). La missione principale dei tecnici federali sarebbe, esattamente come avviene in ogni settore giovanile, di formare giocatori da lanciare nel professionismo ad alto livello. Missione difficile da portare a compimento, se i vivai dei club continuano ad essere imbottiti di stranieri e se gli allenatori non escono da una logica di voler sottomettere i giocatori alla tattica e non trovare un sistema di gioco che li esalti.
L'EREDITA' DI SACCHI - Diciamo di ispirarci al modello spagnolo, francese e tedesco, ma in questi paesi la nazionale viene intesa come un blocco unico, dalla squadra A alle formazioni giovanili e si porta avanti dall'inizio alla fine una certa filosofia di calcio. Noi abbiamo un ct come Ventura che gioca tavolta col 3-5-2 e altre volte col 4-3-3, mentre a livello di Under 17 e Under 19 siamo ancora schiavi dell'esperienza di Sacchi e del suo classico 4-4-2, in cui sovente si vedono giocatori (anche di talento) messi fuori posizione per questioni di tattica. Continuiamo a spendere parole, a riempirci la bocca di slogan, poi i fatti li fanno gli altri e le chiacchere stanno a zero.
QUANTI FALLIMENTI - La vittoria con la Croazia all'esordio aveva illuso, poi la Spagna e la gestione "discutibile" del caso Kean (il solito pessimo esempio di prevaricazione dei club sulla Nazionale) hanno fatto il resto, costringendoci a giocarci il tutto per tutto contro la Turchia. E' andata male e, per la terza volta nelle ultime 4 edizioni, non parteciperemo nemmeno al Mondiale, in programma in India ad ottobre. Un flop che va ad unirsi all'eliminazione dell'Under 19 nella Fase Elite di qualificazione all'Europeo, nonostante un organico di tutto rispetto con i milanisti Llamas, Gabbia e Cutrone, i romanisti Pellegrini e Marchizza o il sassuolese Adjapong, solo per citarne alcuni. Come ultimo baluardo, ci resta l'Under 20, impegnata al Mondiale in Corea del Sud ma inserita in un girone tutt'altro che abbordabile con Uruguay, Giappone e Sudafrica, e l'Under 21 di Di Biagio, attesa dall'Europeo a giugno.
NON SOLO STRANIERI - Il refrain è sempre lo stesso, la Federazione si vanta di investire molto sui giovani, eppure la realtà dice altro. E non si tratta soltanto del fatto di non vincere o di non portare a casa risultati, perchè questi arrivano, seppur in maniera isolata (finale dell'Europeo Under 17 nel 2013, finale dell'Under 19 lo scorso anno). La missione principale dei tecnici federali sarebbe, esattamente come avviene in ogni settore giovanile, di formare giocatori da lanciare nel professionismo ad alto livello. Missione difficile da portare a compimento, se i vivai dei club continuano ad essere imbottiti di stranieri e se gli allenatori non escono da una logica di voler sottomettere i giocatori alla tattica e non trovare un sistema di gioco che li esalti.
L'EREDITA' DI SACCHI - Diciamo di ispirarci al modello spagnolo, francese e tedesco, ma in questi paesi la nazionale viene intesa come un blocco unico, dalla squadra A alle formazioni giovanili e si porta avanti dall'inizio alla fine una certa filosofia di calcio. Noi abbiamo un ct come Ventura che gioca tavolta col 3-5-2 e altre volte col 4-3-3, mentre a livello di Under 17 e Under 19 siamo ancora schiavi dell'esperienza di Sacchi e del suo classico 4-4-2, in cui sovente si vedono giocatori (anche di talento) messi fuori posizione per questioni di tattica. Continuiamo a spendere parole, a riempirci la bocca di slogan, poi i fatti li fanno gli altri e le chiacchere stanno a zero.