AFP/Getty Images
Ce l'ho con... Spalletti, quante scelte sbagliate! Totti-Gerson prima di Icardi
"Ho sbagliato i cambi e ne pago le conseguenze", ha dichiarato a più riprese Luciano Spalletti nel commentare la beffarda sconfitta della sua Inter contro la Juventus. Un ko figlio anche di quella sostituzione tra Icardi e Santon che ha scatenato prima la reazione rabbiosa del bomber nerazzurro e poi i commenti molto critici di tifosi e addetti ai lavori. Un cambio che ha contribuito alla rimonta bianconera e ad allontanare l'Inter dall'obiettivo Champions League, un'eventualità che può condizionare in negativo le strategie di mercato per la prossima stagione e il futuro sulla panchina dello stesso Spalletti. Un allenatore non nuovo a gestioni quanto meno particolari dei suoi campioni e che ha sollevato dubbi sul valore complessivo dell'allenatore di Certaldo.
DA TOTTI A DZEKO - Togliere l'elemento più rappresentativo della squadra, lo spauracchio principale del proprio avversario per eseguire una mossa eccessivamente protettiva ha sortito l'effetto di trasmettere insicurezze e paure a tutto il gruppo, un errore difficile da comprendere considerando l'esperienza del tecnico e l'importanza della posta in palio. Anche a Roma il lato oscuro di Spalletti è emerso in più di una circostanza, generando quella spaccatura nel tifo giallorosso acuita a livelli esagerati dalla querelle con Totti. In una gestione dell'ex capitano che è andata oltre l'aspetto tecnico in alcuni passaggi, non si può non pensare al mancato ingresso in campo di Totti contro il Milan nella sua ultima possibile esibizione a San Siro, a risultato chiaramente acquisito. Restando in tema di centravanti, non si può non tenere in considerazione il clamoroso sfogo di Dzeko durante una partita contro il Pescara, col bosniaco in lotta per il titolo di capocannoniere con Belotti e tolto dal campo prima del tempo. Di scarsa sensibilità e poca diplomazia si è parlato in questi due frangenti, emblematici della difficoltà di Spalletti a gestire, forse emotivamente, alcuni momenti della partita.
L'AZZARDO GERSON - La seconda parentesi del tecnico toscano alla guida del club capitolino verrà ricordata anche per altre decisioni rivelatesi poi non propriamente azzeccate. Che dire, per esempio, di Juan Jesus titolare nella sciagurata notte dell'Olimpico col Porto dell'estate 2016 e un play-off di Champions League e circa 30 milioni di euro che sfumano in 90 minuti e costringono il club a una politica di contenimento dei costi che porta alla dolorosa cessione di Salah qualche mese dopo? Per non parlare della partita con la Juventus del dicembre dello stesso anno, con Spalletti che stupisce tutti escludendo dall'undici iniziale Salah per far giocare il giovane e acerbo Gerson. Tanti indizi che iniziano a fare una prova. Semplici letture tattiche errate o una celata voglia di inventarsi la mossa spiazzante che finisce per ritorcersi contro? "Ho sbagliato i cambi e ne pago le conseguenze", recitava Spalletti sabato sera. Se l'Inter fallirà il ritorno in Champions, la frase pronunciata nella sala stampa di San Siro rischia di rivelarsi un'infausta profezia.
DA TOTTI A DZEKO - Togliere l'elemento più rappresentativo della squadra, lo spauracchio principale del proprio avversario per eseguire una mossa eccessivamente protettiva ha sortito l'effetto di trasmettere insicurezze e paure a tutto il gruppo, un errore difficile da comprendere considerando l'esperienza del tecnico e l'importanza della posta in palio. Anche a Roma il lato oscuro di Spalletti è emerso in più di una circostanza, generando quella spaccatura nel tifo giallorosso acuita a livelli esagerati dalla querelle con Totti. In una gestione dell'ex capitano che è andata oltre l'aspetto tecnico in alcuni passaggi, non si può non pensare al mancato ingresso in campo di Totti contro il Milan nella sua ultima possibile esibizione a San Siro, a risultato chiaramente acquisito. Restando in tema di centravanti, non si può non tenere in considerazione il clamoroso sfogo di Dzeko durante una partita contro il Pescara, col bosniaco in lotta per il titolo di capocannoniere con Belotti e tolto dal campo prima del tempo. Di scarsa sensibilità e poca diplomazia si è parlato in questi due frangenti, emblematici della difficoltà di Spalletti a gestire, forse emotivamente, alcuni momenti della partita.
L'AZZARDO GERSON - La seconda parentesi del tecnico toscano alla guida del club capitolino verrà ricordata anche per altre decisioni rivelatesi poi non propriamente azzeccate. Che dire, per esempio, di Juan Jesus titolare nella sciagurata notte dell'Olimpico col Porto dell'estate 2016 e un play-off di Champions League e circa 30 milioni di euro che sfumano in 90 minuti e costringono il club a una politica di contenimento dei costi che porta alla dolorosa cessione di Salah qualche mese dopo? Per non parlare della partita con la Juventus del dicembre dello stesso anno, con Spalletti che stupisce tutti escludendo dall'undici iniziale Salah per far giocare il giovane e acerbo Gerson. Tanti indizi che iniziano a fare una prova. Semplici letture tattiche errate o una celata voglia di inventarsi la mossa spiazzante che finisce per ritorcersi contro? "Ho sbagliato i cambi e ne pago le conseguenze", recitava Spalletti sabato sera. Se l'Inter fallirà il ritorno in Champions, la frase pronunciata nella sala stampa di San Siro rischia di rivelarsi un'infausta profezia.