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Ce l'ho con... Spalletti, il Napoli è sparito al di là degli infortuni. E rispunta l'incubo della rimonta della Juve
Le assenze, d'accordo. Tutte pesanti perché concentrate in zone nevralgiche del campo e perché hanno toccato giocatori che rappresentavano e rappresentano i pilastri della formazione di Spalletti: Koulibaly, Fabian Ruiz, Osimhen e Insigne, senza dimenticare lo strano addio di Manolas e un Anguissa ancora a mezzo servizio dopo l'infortunio. Ma nel Napoli che perde le ultime tre partite in casa, e che ha portato a casa lo scontro diretto col Milan sapendo capitalizzare la prima (e forse unica) occasione, c'è qualcosa di più da evidenziare in negativo. Al di là del gioco, la squadra ha mostrato una fragilità psicologica che sembra essere una scomoda eredità del recente passato, targato Gattuso.
I FANTASMI DEL PASSATO - Proprio quando era il momento di compattarsi e di andare oltre la sfortuna, di mostrare anche il valore delle famose seconde linee, il Napoli ha mostrato il suo lato più indecifrabile perdendo anche quelle sicurezze dal punto di vista difensivo che avevano rappresentato uno dei punti di forza nella primissima parte di campionato. E se con l'Atalanta la prestazione c'era stata eccome e soprattutto l'attenuante era di affrontare una squadra di assoluta caratura - nonché concorrente diretta per un posto nella prossima Champions - con Empoli e Spezia si sono rivisti i fantasmi della scorsa stagione e di partite stregate come Napoli-Verona, quella che è incredibilmente costata il raggiungimento del quarto posto, spianando la strada alla Juventus. Quella stessa Juve che, alla ripresa del campionato, sarà la prossima avversaria dei giocatori di Spalletti e che può clamorosamente restituire un senso alla propria stagione nel confronto dello Stadium.
CHE CROLLO - I mesi di gennaio e febbraio saranno centrali per la definizione degli obiettivi e delle ambizioni del Napoli e l'ombra di una Coppa d'Africa che già nei prossimi giorni potrebbe portare via i vari Koulibaly, Anguissa, Osimhen e Ounas non fa dormire sonni tranquilli a Spalletti e De Laurentiis. Un po' come il Milan, gli azzurri sono stati protagonisti di una corsa apparentemente inarrestabile fino alla sosta per le nazionali di novembre, dopo la quale sono arrivate ben 4 sconfitte e appena due vittorie, oltre ad un sofferto superamento del turno di Europa League che ha portato in dote lo sfortunato sorteggio col Barcellona per accedere agli ottavi di finale. Va bene la sfortuna, va bene l'alibi dei tanti assenti, ma è altamente probabile che dietro ci sia qualcosa di più. L'incapacità di essere grandi nella continuità e di acquisire una mentalità vincente, evidenziati dal riemergere di quelle paure figlie della gestione Gattuso che non sembrano ancora essere state accantonate.
I FANTASMI DEL PASSATO - Proprio quando era il momento di compattarsi e di andare oltre la sfortuna, di mostrare anche il valore delle famose seconde linee, il Napoli ha mostrato il suo lato più indecifrabile perdendo anche quelle sicurezze dal punto di vista difensivo che avevano rappresentato uno dei punti di forza nella primissima parte di campionato. E se con l'Atalanta la prestazione c'era stata eccome e soprattutto l'attenuante era di affrontare una squadra di assoluta caratura - nonché concorrente diretta per un posto nella prossima Champions - con Empoli e Spezia si sono rivisti i fantasmi della scorsa stagione e di partite stregate come Napoli-Verona, quella che è incredibilmente costata il raggiungimento del quarto posto, spianando la strada alla Juventus. Quella stessa Juve che, alla ripresa del campionato, sarà la prossima avversaria dei giocatori di Spalletti e che può clamorosamente restituire un senso alla propria stagione nel confronto dello Stadium.
CHE CROLLO - I mesi di gennaio e febbraio saranno centrali per la definizione degli obiettivi e delle ambizioni del Napoli e l'ombra di una Coppa d'Africa che già nei prossimi giorni potrebbe portare via i vari Koulibaly, Anguissa, Osimhen e Ounas non fa dormire sonni tranquilli a Spalletti e De Laurentiis. Un po' come il Milan, gli azzurri sono stati protagonisti di una corsa apparentemente inarrestabile fino alla sosta per le nazionali di novembre, dopo la quale sono arrivate ben 4 sconfitte e appena due vittorie, oltre ad un sofferto superamento del turno di Europa League che ha portato in dote lo sfortunato sorteggio col Barcellona per accedere agli ottavi di finale. Va bene la sfortuna, va bene l'alibi dei tanti assenti, ma è altamente probabile che dietro ci sia qualcosa di più. L'incapacità di essere grandi nella continuità e di acquisire una mentalità vincente, evidenziati dal riemergere di quelle paure figlie della gestione Gattuso che non sembrano ancora essere state accantonate.