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Ce l'ho con... Sosa, Romagnoli e De Sciglio, il Milan ha perso per colpa loro
Il compianto Maurizio Mosca, come al solito, aveva anticipato tutti con quel suo "Ce l'ho con..." col quale metteva alla berlina a modo suo i protagonisti in negativo della settimana calcistica appena andata in archivio. In omaggio alla figura dell'istrionico giornalista, anche Calciomercato.com vi propone il suo personalissimo "Ce l'ho con...". Una nuova rubrica per discutere e far discutere, in maniera anche ironica e dissacrante, sugli errori e sugli orrori del nostro calcio. Arbitri, giocatori, allenatori, dirigenti: nessuno è al sicuro, la nostra "rabbia" non risparmierà nessuno...
Alla fine, quando l'eco delle polemiche si sarà finalmente esaurita, potremo probabilmente tornare a parlare soltanto di calcio. E, preso atto del fatto che la decisione dell'arbitro Massa è discutibile ma non scandalosa, forse si potrà stabilire come verità accertata e assoluta che la vittoria della Juventus sul Milan sia meritata. O, se preferite analizzare la questione dal versante opposto, che i rossoneri debbano recriminare soprattutto per i propri errori che, messi in sequenza, hanno portato al tumultuoso epilogo della partita dello Stadium.
Si tratta di una serie di dettagli, tutt'altro che secondari, concentrati nello spazio di un minuto e venti secondi, dal momento in cui Sosa si fa cacciare ingenuamente per il fallo in ritardo su Asamoah che ne comporta la seconda ammonizione a quello del tocco di braccio di De Sciglio sul cross di Lichtsteiner che determina il rigore. In mezzo ci sono altre due sbavature, passate chiaramente sotto silenzio nel bailamme generale ma che, in partite così tirate, finiscono per fare la differenza. Paletta, ai limiti della perfezione per buona parte della gara, valuta male il traversone raccolto da Higuain, che calcia indisturbato trovando la grande risposta di Donnarumma, e sul proseguimento dell'azione, Romagnoli (colpevole anche in occasione del gol di Benatia, da lui tenuto in gioco con un movimento a salire tardivo), forse sorpreso dalla velocità dell'azione, non ha la cattiveria di scaraventare in tribuna un pallone che sarà invece raccolto da Lichtsteiner.
Lo svizzero raccoglie palla e cerca subito il cross e la difesa del Milan decide giustamente di raddoppiare, con Vangioni a dare supporto a De Sciglio. Qui succede quello che tutti sappiamo, con un braccio verosimilmente non proteso verso la palla ma largo quanto basta, per Massa e l'addizionale Doveri, per arrecare un danno alla Juve. A voler essere molto fiscali e severi col difensore rossonero, gli si può imputare il fatto di non aver avuto la lucidità in quel momento e l'astuzia di fare quel movimento a portarsi entrambe le mani dietro la schiena, diventato di moda quando in campo c'era ancora un certo Paolo Maldini, che avrebbe evitato qualsiasi tipo di discussione.
Dettagli, errori, imprecisioni, chiamateli come volete, ma che, se gestiti diversamente, non avrebbero portato al rigore decisivo di Dybala. Una partita di calcio vive di episodi, può essere determinata anche da una svista dell'arbitro ma che, nel 2017, in Italia ancora non si abbia la capacità di leggere le partite dal punto di vista tecnico è un malcostume al quale proprio non riusciamo a rinunciare. Alimentato da un certo modo di narrare il fatto sportivo che non fa onore alla nostra categoria.
Alla fine, quando l'eco delle polemiche si sarà finalmente esaurita, potremo probabilmente tornare a parlare soltanto di calcio. E, preso atto del fatto che la decisione dell'arbitro Massa è discutibile ma non scandalosa, forse si potrà stabilire come verità accertata e assoluta che la vittoria della Juventus sul Milan sia meritata. O, se preferite analizzare la questione dal versante opposto, che i rossoneri debbano recriminare soprattutto per i propri errori che, messi in sequenza, hanno portato al tumultuoso epilogo della partita dello Stadium.
Si tratta di una serie di dettagli, tutt'altro che secondari, concentrati nello spazio di un minuto e venti secondi, dal momento in cui Sosa si fa cacciare ingenuamente per il fallo in ritardo su Asamoah che ne comporta la seconda ammonizione a quello del tocco di braccio di De Sciglio sul cross di Lichtsteiner che determina il rigore. In mezzo ci sono altre due sbavature, passate chiaramente sotto silenzio nel bailamme generale ma che, in partite così tirate, finiscono per fare la differenza. Paletta, ai limiti della perfezione per buona parte della gara, valuta male il traversone raccolto da Higuain, che calcia indisturbato trovando la grande risposta di Donnarumma, e sul proseguimento dell'azione, Romagnoli (colpevole anche in occasione del gol di Benatia, da lui tenuto in gioco con un movimento a salire tardivo), forse sorpreso dalla velocità dell'azione, non ha la cattiveria di scaraventare in tribuna un pallone che sarà invece raccolto da Lichtsteiner.
Lo svizzero raccoglie palla e cerca subito il cross e la difesa del Milan decide giustamente di raddoppiare, con Vangioni a dare supporto a De Sciglio. Qui succede quello che tutti sappiamo, con un braccio verosimilmente non proteso verso la palla ma largo quanto basta, per Massa e l'addizionale Doveri, per arrecare un danno alla Juve. A voler essere molto fiscali e severi col difensore rossonero, gli si può imputare il fatto di non aver avuto la lucidità in quel momento e l'astuzia di fare quel movimento a portarsi entrambe le mani dietro la schiena, diventato di moda quando in campo c'era ancora un certo Paolo Maldini, che avrebbe evitato qualsiasi tipo di discussione.
Dettagli, errori, imprecisioni, chiamateli come volete, ma che, se gestiti diversamente, non avrebbero portato al rigore decisivo di Dybala. Una partita di calcio vive di episodi, può essere determinata anche da una svista dell'arbitro ma che, nel 2017, in Italia ancora non si abbia la capacità di leggere le partite dal punto di vista tecnico è un malcostume al quale proprio non riusciamo a rinunciare. Alimentato da un certo modo di narrare il fatto sportivo che non fa onore alla nostra categoria.