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Ce l'ho con... Ronaldo, il triste tramonto di un campione incapace di accettare il suo destino
Un finale strano, certamente anomalo e inaspettato se parametrato alla caratura e all'importanza del personaggio. Non vorremmo risultare irrispettosi al cospetto di cotanta grandezza calcistica, ma aggettivi come "brutto" e "decadente" calzerebbero altrettanto a pennello. Purtroppo lo scorrere inesorabile del tempo non fa sconti a nessuno, nemmeno ad un semidio come Cristiano Ronaldo da Madeira. La panchina punitiva nell'ottavo di finale contro la Svizzera - dopo lo sfogo nei confronti del ct Fernando Santos al momento del cambio contro la Corea del Sud - ha dato la sensazione di stappare una volta per tutte lo smisurato talento della rosa del Portogallo ed esibito una coralità di gioco altrimenti difficilmente esprimibile con un catalizzatore totale di palloni come CR7.
FINE DI UN'ERA - L'esplosione di Gonçalo Ramos, la definitiva presa del potere di Bernardo Silva e Bruno Fernandes sono i segnali più evidenti del cambiamento, di un passaggio di consegne inevitabile, ma che il 5 volte Pallone d'oro sta dimostrando di non voler capire e di non voler accettare. L'infinita contraddizione che caratterizza il destino del fuoriclasse si ripropone puntualmente con Cristiano Ronaldo, giocatore che ha costruito la sua leggenda sui record stracciati e difficilmente ritoccabili in futuro. Sulla figura del predatore nelle aree di rigore avversarie e dell'accentratore di ogni tipo di attenzione: un bulimico in senso sportivo che, pur senza esserlo in certi comportamenti, si erige a leader per il solo desiderio di riempire altre pagine del libro dei Guinness e alimentare il suo ego ipertrofico.
IL PREZZO DA PAGARE - Un ego che può affascinare - e ha certamente affascinato nel suo periodo di massimo splendore - ma che non ti consente di lasciarti molti "amici" alle spalle tra i colleghi con cui hai condiviso e condividi tuttora momenti importanti. Una condanna alla quale Cristiano non sembrava prestare particolare attenzione, fino a quando non si è accorto che la famigerata clessidra che oggi gli presenta il conto gli sta mostrando che il prezzo da pagare è ben più caro del previsto. L'ingloriosa uscita di scena dal Manchester United (e forse dal calcio europeo) e questi Mondiali non più da prima stella non appartengono di sicuro ai capitoli più felici e appassionanti di una vita da numero uno.
FINE DI UN'ERA - L'esplosione di Gonçalo Ramos, la definitiva presa del potere di Bernardo Silva e Bruno Fernandes sono i segnali più evidenti del cambiamento, di un passaggio di consegne inevitabile, ma che il 5 volte Pallone d'oro sta dimostrando di non voler capire e di non voler accettare. L'infinita contraddizione che caratterizza il destino del fuoriclasse si ripropone puntualmente con Cristiano Ronaldo, giocatore che ha costruito la sua leggenda sui record stracciati e difficilmente ritoccabili in futuro. Sulla figura del predatore nelle aree di rigore avversarie e dell'accentratore di ogni tipo di attenzione: un bulimico in senso sportivo che, pur senza esserlo in certi comportamenti, si erige a leader per il solo desiderio di riempire altre pagine del libro dei Guinness e alimentare il suo ego ipertrofico.
IL PREZZO DA PAGARE - Un ego che può affascinare - e ha certamente affascinato nel suo periodo di massimo splendore - ma che non ti consente di lasciarti molti "amici" alle spalle tra i colleghi con cui hai condiviso e condividi tuttora momenti importanti. Una condanna alla quale Cristiano non sembrava prestare particolare attenzione, fino a quando non si è accorto che la famigerata clessidra che oggi gli presenta il conto gli sta mostrando che il prezzo da pagare è ben più caro del previsto. L'ingloriosa uscita di scena dal Manchester United (e forse dal calcio europeo) e questi Mondiali non più da prima stella non appartengono di sicuro ai capitoli più felici e appassionanti di una vita da numero uno.