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    Ce l'ho con... Rocchi, scudetto e salvezza non possono essere decisi da arbitri inesperti. Ne va della credibilità della Serie A

    Ce l'ho con... Rocchi, scudetto e salvezza non possono essere decisi da arbitri inesperti. Ne va della credibilità della Serie A

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    Non è più una questioni di singoli errori e non è mai stato un problema legato all'una e all'altra squadra. C'è un'analisi profonda da fare e non più rimandabile sulla gestione del mondo arbitrale e sulle conseguenze fortemente negative che, nel lungo periodo, i ripetuti svarioni anche a livello VAR rischiano di avere sull'immagine del campionato di Serie A. Un prodotto divenuto più difficile da vendere ed esportare all'estero per una serie di motivi, dalle infrastrutture spesso fatiscenti che fanno da cornice a partite sempre meno esteticamente appaganti e con sempre meno campioni in campo. Uno "spettacolo" che non decolla anche per l'incapacità dei nostri arbitri di seguire i nuovi indirizzi del calcio moderno - in cui il tentativo di far giocare il più possibile e di favorire gli alti ritmi dovrebbe essere la prerogativa principale e in cui è giunta l'ora di applicare correttamente la norma del vantaggio - e un rapporto sempre più complicato con quello strumento, il VAR, che avrebbe dovuto portare una svolta in positivo. Ma ciò su cui il Milan e Paolo Maldini hanno posto l'attenzione - per la prima volta - nel concitato post-gara della sfida con l'Udinese è la cervellotica rotazione dei direttori gara operata dal designatore Gianluca Rocchi.

    STRANE VALUTAZIONI - Errare è umano ma perseverare diventa diabolico e se, dopo l'incredibile errore di valutazione sulla regola del vantaggio di Serra in occasione della rete non convalidata a Messias contro lo Spezia, il capo degli arbitri di Serie A e Serie B ha deciso di riproporre in almeno altre due occasioni un ragazzo con poca esperienza in due partite che coinvolgevano squadre coinvolte nella corsa scudetto e in quella per la salvezza - il "famigerato" Marchetti di Milan-Udinese è lo stesso di Inter-Venezia - significa che alla base ci sono delle valutazioni che destano perplessità. Per la cronaca, il fischietto della sezione di Ostia - che nel match di ieri sera dei rossoneri contro la formazione di Cioffi partecipava per l'ottava volta in carriera ad una gara della massima categoria e che non ha notato (alla pari del VAR Guida) il tocco di braccio di Udogie - è lo stesso che non ravvisò alcuna irregolarità di Dzeko su Modolo nell'azione che portò al momentaneo pareggio dell'Inter. Col difensore del Venezia costretto a chiudere la partita con un evidente rigonfiamento all'altezza dello zigomo.

    ERRORI CHE PESANO - In una stagione funestata in più circostanze e ad ogni latitudine da sviste di tutti i tipi, abbiamo definitivamente realizzato di come la qualità complessiva degli arbitri italiani sia lontana dai livelli di eccellenza delle stagioni passate e di come il ricambio generazionale alle spalle dei più esperti si stia rivelando più complicato del previsto. Un quadro che spiega parzialmente come persino l'operato del designatore debba tenere conto di queste oggettive criticità, ma che non assolve in alcun modo Rocchi nel momento in cui, dopo aver preso atto della crescita troppo lenta dei giovani, continua a portare avanti una certa politica in una fase della stagione in cui i punti pesano tantissimo e in cui si determina il raggiungimento o meno di certi obiettivi. Sportivi ma anche economici. A quasi 10 turni dalla conclusione della Serie A, come si può ancora affermare che non esistano occasioni migliori di un Milan-Spezia, di un Inter-Venezia o di un Milan-Udinese per testare il valore e la tenuta di un arbitro emergente? Che fine ha fatto il prezioso laboratorio della Serie B, nel quale le pressioni sono altrettanto importanti ma la visibilità è leggermente inferiore a quelli di palcoscenici come San Siro, il Maradona, lo Stadium o l'Olimpico? La gavetta deve ancora avere un valore e soprattutto eviterebbe certe figuracce in mondovisione, a maggior ragione in tempo di VAR. Ne va della credibilità di un intero movimento.
     

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