ANSA
Ce l'ho con... Rocchi, è la peggior stagione arbitrale di sempre. Errori sempre più clamorosi, la VAR review diventi di dominio pubblico
Lissone, abbiamo un problema. Grosso come la Centrale VAR operativa ormai dallo scorso ottobre. Il campionato di Serie A entra nel vivo, nella sua fase decisiva per emettere i verdetti più importanti e delicati, dalla corsa scudetto alla lotta salvezza. E gli errori di direttori di gara e dei loro colleghi davanti ai monitor continuano a perpertrarsi e in maniera sempre più evidente. Ma ciò che lascia più perplessi i protagonisti di questa palpitante stagione è l'atteggiamento ostinatamente omertoso, chiuso al dialogo e al confronto, dei vertici del sistema arbitrale. Non passa annata nella quale gli stati generali dell'AIA e il designatore di turno non promettano trasparenza totale e una comunicazione finalmente aperta a tutti, salvo poi risolvere le situazioni più scabrose al proprio interno.
REGOLAMENTO (DI CONTI) INTERNO - L'eccezione rappresentata dalla conferenza stampa tenuta da Gianluca Rocchi il 26 marzo per fare chiarezza sull'episodio di Torino-Inter tra Ranocchia e Belotti non può e non deve rimanere isolata. L'incredibile epilogo di Spezia-Lazio di sabato scorso non può concludersi - come spesso e volentieri è accaduto quest'anno - con la semplice sospensione dell'arbitro Pairetto e del VAR Nasca, che hanno erroneamente interpretato la posizione di partenza di Acerbi come regolare, complice una troppo frettolosa rivistazione delle immagini a disposizione. Nessuno chiede i processi sommari o il pubblico ludibrio per gli autori di errori grossolani ma pur sempre commessi in buona fede; allo stesso tempo, la valutazione sul loro operato - in un'epoca in cui la tecnologia mette a disposizione di tutti e in tempo reale ogni tipo di immagine e di informazione - non può più rimanere un solo fatto interno. Ci sono sviste e sviste e quella commessa sabato meriterebbe un approfondimento, magari venendo a conoscenza di quello che i due protagonisti del "misfatto si siano detti in quei momenti. O di che cosa abbiano effettivamente visto e visionato.
DIALOGO E TRASPARENZA - Per lo stesso bisogno di trasparenza, necessario nell'arco dell'intera stagione ma a maggior ragione quanto i punti guadagnati o persi possono fare la differenza - anche dal punto di vista economico - sarebbe il caso che il contenuto del protocollo VAR o le spiegazioni su come episodi apparentemente simili diventino di dominio pubblico. E' evidente che il concetto di chiaro ed evidente errore non sia chiaro a tutti, noi compresi, così come i contatti tra due giocatori all'interno dell'area di rigore possano essere oggetto di on field review in alcuni casi e in altri no, nonostante nell'uno la visuale dell'arbitro sia perfettamente libera e nell'altro per niente. Per non parlare di posizioni di fuorigioco che diventano attive sulla base di valutazioni ed interpretazioni che cambiano di volta in volta. E' il momento di parlare e di rendere davvero tutto alla portata di tutti, senza reticenze e inutili resistenze. Perché questa non passi davvero alla storia come la peggior stagione arbitrale di sempre.
REGOLAMENTO (DI CONTI) INTERNO - L'eccezione rappresentata dalla conferenza stampa tenuta da Gianluca Rocchi il 26 marzo per fare chiarezza sull'episodio di Torino-Inter tra Ranocchia e Belotti non può e non deve rimanere isolata. L'incredibile epilogo di Spezia-Lazio di sabato scorso non può concludersi - come spesso e volentieri è accaduto quest'anno - con la semplice sospensione dell'arbitro Pairetto e del VAR Nasca, che hanno erroneamente interpretato la posizione di partenza di Acerbi come regolare, complice una troppo frettolosa rivistazione delle immagini a disposizione. Nessuno chiede i processi sommari o il pubblico ludibrio per gli autori di errori grossolani ma pur sempre commessi in buona fede; allo stesso tempo, la valutazione sul loro operato - in un'epoca in cui la tecnologia mette a disposizione di tutti e in tempo reale ogni tipo di immagine e di informazione - non può più rimanere un solo fatto interno. Ci sono sviste e sviste e quella commessa sabato meriterebbe un approfondimento, magari venendo a conoscenza di quello che i due protagonisti del "misfatto si siano detti in quei momenti. O di che cosa abbiano effettivamente visto e visionato.
DIALOGO E TRASPARENZA - Per lo stesso bisogno di trasparenza, necessario nell'arco dell'intera stagione ma a maggior ragione quanto i punti guadagnati o persi possono fare la differenza - anche dal punto di vista economico - sarebbe il caso che il contenuto del protocollo VAR o le spiegazioni su come episodi apparentemente simili diventino di dominio pubblico. E' evidente che il concetto di chiaro ed evidente errore non sia chiaro a tutti, noi compresi, così come i contatti tra due giocatori all'interno dell'area di rigore possano essere oggetto di on field review in alcuni casi e in altri no, nonostante nell'uno la visuale dell'arbitro sia perfettamente libera e nell'altro per niente. Per non parlare di posizioni di fuorigioco che diventano attive sulla base di valutazioni ed interpretazioni che cambiano di volta in volta. E' il momento di parlare e di rendere davvero tutto alla portata di tutti, senza reticenze e inutili resistenze. Perché questa non passi davvero alla storia come la peggior stagione arbitrale di sempre.