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Ce l'ho con... Piatek si è perso. E se non fosse un attaccante da grande Milan?
E' passato un anno, sembra un'eternità. Krzysztof Piatek, di questi tempi ma nel 2018, era già arrivato in doppia cifra con la maglia del Genoa alla prima stagione in assoluto in Serie A, un exploit che aveva stupito tantissimi addetti ai lavori e convinto il Milan, alle prese col caso Higuain, a investire 35 milioni di euro per lui nello scorso gennaio. 365 giorni dopo, il nazionale polacco è la brutta copia di se stesso e la media realizzativa crollata di schianto non spiega del tutto la natura dei problemi.
LE COLPE DI GIAMPAOLO - La sensazione tangibile suscitata dal comportamento nell'ultima partita contro la Juventus è di un giocatore in difficoltà soprattutto dal punto di vista psicologico, conseguenza della complicata situazione della squadra e forse di qualche equivoco di troppo circa le caratteristiche dell'ex centravanti del Genoa. I 2 mesi di gestione Giampaolo hanno contribuito a creare confusione in un calciatore che, da uomo implacabile negli ultimi 16 metri, è stato chiamato a svolgere nuovi compiti, nell'economia di un sistema di gioco con peculiarità differenti rispetto a quello adottato prima da Gattuso. Allontanandolo dalla porta e snaturandolo in parte per quelle che sono le qualità nelle quali Piatek ha brillato maggiormente. Ma si tratterebbe di un'analisi eccessivamente semplicistica e poco rispettosa del lavoro di un allenatore, che ha tutto il diritto e le ragioni di esigere da parte di tutti i suoi giocatori un apporto più o meno costante anche nella fase di non possesso.
PIATEK E' UN TOP? - Nel calcio moderno, anche il centravanti non può essere totalmente avulso alla manovra della squadra e in questo il numero 9 del Milan deve migliorare enormemente, per meritarsi una maglia di quel peso specifico e un posto in una formazione che, almeno sulla carta, dovrebbe competere per le posizioni più nobili. Se oggi i rossoneri non possono sedersi al tavolo delle grandi, per una cifra tecnica nettamente inferiore e limiti strutturali a livello societario, non è che forse lo devono parzialmente all'assenza di un bomber di caratura internazionale capace di fare la differenza? Chi può giurare oggi senza tema di smentita che Piatek sia un giocatore che possa legittimamente ambire a palcoscenici più prestigiosi? Errori come quello commesso nel primo tempo contro la Juve, quando il suo colpo di testa avrebbe potuto dare un certo indirizzo alla partita, ci fanno quanto meno dubitare. Per non parlare dell'assoluta difficoltà a reggere il confronto con i difensori avversari in contrasto e aiutare la squadra a “salire” nei momenti di difficoltà. E' passato solo un anno, non una vita, ma oggi è tutto un altro Piatek.
LE COLPE DI GIAMPAOLO - La sensazione tangibile suscitata dal comportamento nell'ultima partita contro la Juventus è di un giocatore in difficoltà soprattutto dal punto di vista psicologico, conseguenza della complicata situazione della squadra e forse di qualche equivoco di troppo circa le caratteristiche dell'ex centravanti del Genoa. I 2 mesi di gestione Giampaolo hanno contribuito a creare confusione in un calciatore che, da uomo implacabile negli ultimi 16 metri, è stato chiamato a svolgere nuovi compiti, nell'economia di un sistema di gioco con peculiarità differenti rispetto a quello adottato prima da Gattuso. Allontanandolo dalla porta e snaturandolo in parte per quelle che sono le qualità nelle quali Piatek ha brillato maggiormente. Ma si tratterebbe di un'analisi eccessivamente semplicistica e poco rispettosa del lavoro di un allenatore, che ha tutto il diritto e le ragioni di esigere da parte di tutti i suoi giocatori un apporto più o meno costante anche nella fase di non possesso.
PIATEK E' UN TOP? - Nel calcio moderno, anche il centravanti non può essere totalmente avulso alla manovra della squadra e in questo il numero 9 del Milan deve migliorare enormemente, per meritarsi una maglia di quel peso specifico e un posto in una formazione che, almeno sulla carta, dovrebbe competere per le posizioni più nobili. Se oggi i rossoneri non possono sedersi al tavolo delle grandi, per una cifra tecnica nettamente inferiore e limiti strutturali a livello societario, non è che forse lo devono parzialmente all'assenza di un bomber di caratura internazionale capace di fare la differenza? Chi può giurare oggi senza tema di smentita che Piatek sia un giocatore che possa legittimamente ambire a palcoscenici più prestigiosi? Errori come quello commesso nel primo tempo contro la Juve, quando il suo colpo di testa avrebbe potuto dare un certo indirizzo alla partita, ci fanno quanto meno dubitare. Per non parlare dell'assoluta difficoltà a reggere il confronto con i difensori avversari in contrasto e aiutare la squadra a “salire” nei momenti di difficoltà. E' passato solo un anno, non una vita, ma oggi è tutto un altro Piatek.