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Ce l'ho con... Napoli come l'Arsenal: con De Laurentiis non puoi vincere
La Champions League è sfumata da un pezzo al cospetto di un avversario oggi irraggiungibile come il Real Madrid, la Coppa Italia se n'è andata a causa di un ko a Torino contro la Juventus che ha pesato nell'economia del doppio confronto e Maurzio Sarri non ha perso l'occasione di porre l'accento sulla disparità economica e organizzativa tra il suo Napoli e i bianconeri. La vittoria dello scudetto non è da tempo più un "problema" per gli azzurri, perchè di mezzo c'è sempre la Juventus. Il Napoli è più debole dei suoi avversari e per questo non porta a casa titoli, questa è la spiegazione che viene data in pasto ai tifosi per giustificare i propri insuccessi.
NON VUOLE VINCERE - Ma la gente di Napoli, il pubblico di Napoli, che ha vissuto stagioni come non accadeva dai tempi di Maradona e che ha avuto il privilegio di ammirare campioni del calibro di Hamsik, Lavezzi, Cavani, Higuain e Mertens merita di più, molto di più. Il limite del Napoli è il Napoli stesso o, dovendo per forza individuare un responsabile su tutti, questo è il presidente De Laurentiis. Che, come un Stan Kroenke qualunque, il ricchissimo uomo d'affari americano azionista di maggioranza dell'Arsenal, ha deciso che la sua squadra non deve vincere. Partecipare sì, assolutamente, ma guai a portare a casa una vittoria in Italia o in Europa che innescherebbe un pericoloso circolo.
I DIRITTI DI IMMAGINE - Premi da pagare a staff e calciatori, ingaggi da aumentare, rinnovi di contratto da autorizzare e tutta una serie di costi che De Laurentiis non vuole sobbarcarsi, se al contempo ad aumentare non saranno gli introiti. Peccato che, con una politica decisamente miope come quella sui diritti di immagine, che ha frenato tantissime trattative per l'acquisizione di giocatori e complicato quelle per blindare alcune delle proprie stelle (i recenti casi di Insigne e Mertens insegnano), una crescita del fatturato attraverso quella delle sponsorizzazioni è semplicemente un'utopia.
Il Napoli, come l'Arsenal di Wenger, investe su calciatori da lanciare per poi rivenderli a peso d'oro, nell'impossibilità di garantire un futuro da protagonisti sia dal punto di vista economico che delle prospettive sportive. Questo è, prendere o lasciare...
NON VUOLE VINCERE - Ma la gente di Napoli, il pubblico di Napoli, che ha vissuto stagioni come non accadeva dai tempi di Maradona e che ha avuto il privilegio di ammirare campioni del calibro di Hamsik, Lavezzi, Cavani, Higuain e Mertens merita di più, molto di più. Il limite del Napoli è il Napoli stesso o, dovendo per forza individuare un responsabile su tutti, questo è il presidente De Laurentiis. Che, come un Stan Kroenke qualunque, il ricchissimo uomo d'affari americano azionista di maggioranza dell'Arsenal, ha deciso che la sua squadra non deve vincere. Partecipare sì, assolutamente, ma guai a portare a casa una vittoria in Italia o in Europa che innescherebbe un pericoloso circolo.
I DIRITTI DI IMMAGINE - Premi da pagare a staff e calciatori, ingaggi da aumentare, rinnovi di contratto da autorizzare e tutta una serie di costi che De Laurentiis non vuole sobbarcarsi, se al contempo ad aumentare non saranno gli introiti. Peccato che, con una politica decisamente miope come quella sui diritti di immagine, che ha frenato tantissime trattative per l'acquisizione di giocatori e complicato quelle per blindare alcune delle proprie stelle (i recenti casi di Insigne e Mertens insegnano), una crescita del fatturato attraverso quella delle sponsorizzazioni è semplicemente un'utopia.
Il Napoli, come l'Arsenal di Wenger, investe su calciatori da lanciare per poi rivenderli a peso d'oro, nell'impossibilità di garantire un futuro da protagonisti sia dal punto di vista economico che delle prospettive sportive. Questo è, prendere o lasciare...