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    Ce l'ho con... Morata non è un centravanti da grande squadra: la Juve fa bene a dubitare del riscatto

    Ce l'ho con... Morata non è un centravanti da grande squadra: la Juve fa bene a dubitare del riscatto

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    L'infortunio muscolare di fine 2020 non ha aiutato, l'influenza delle ultime settimane ha ulteriormente ostacolato il ritorno della sua migliore versione a livello psico-fisico, ma far passare il difficile momento di forma di Alvaro Morata come semplice conseguenza di un suo nuovo modo di interpretare il ruolo di partner di Cristiano Ronaldo pare eccessivo. E' stato evocato il paragone con Karim Benzema, che per la ragion di stato ha rinunciato a qualche gol pur di esaltare il cannibalismo senza freni del campione portoghese; la verità è che la Juve ha bisogno come del pane del Morata della prima parte di stagione per dare una svolta a una stagione sin qui piena di alti e bassi.

    MANCANO I GOL PESANTI - Il ritorno del "figliol prodigo" da Madrid è stato salutato come l'avvento della primissima scelta individuata da Pirlo, Paratici e Nedved per sostituire nella maniera migliore due attaccanti che negli scorsi anni hanno inciso e non poco nella lunga sequenza di successi bianconeri, Mandzukic e Higuain. E i numeri di inizio campionato, abbinati soprattutto ai 6 realizzati nella fase a gironi di Champions League, sembravano confermare la bontà di questo investimento. Accontentati in particolare coloro che nutrivano dubbi sulla consistenza in una grande squadra di un giocatore come Milik - prima opzione di Sarri, a onor del vero - e dei costi dell'affare Dzeko abbinati alla carta d'identità del bosniaco, molto meno chi credeva e sperava nell'arrivo di un calciatore col curriculum di Luis Suarez. Poi però i gol vanno pesati e analizzati per la loro importanza e, almeno sino a questo punto della stagione, ti rendi conto che negli appuntamenti che contano Morata ha spesso recitato una parte marginale.

    TROPPO SENSIBILE - A secco in campionato contro Inter, Roma, Lazio, Napoli e Atalanta, così come nella doppia sfida contro i nerazzurri in Coppa Italia e nel doppio confronto di Champions League col Barcellona, l'unica vera sfida con la S maiuscola in un girone piuttosto abbordabile. Tolto il gol del tutto ininfluente nel finale della Supercoppa Italiana, Morata è atteso da un deciso cambio di passo, con la Juve impegnata a non perdere terreno dalla coppia di testa Inter-Milan in campionato ma anche di raddrizzare un'eliminatoria di coppa partita col piede sbagliato. Mettere da parte quell'umoralità che lo ha spesso condizionato a livello di continuità realizzativa e di prestazioni e che gli ha impedito di consacrarsi in qualunque squadra abbia giocato. 

    NON VALE 55 MILIONI - L'investimento pianificato di 55 milioni di euro per l'acquisto a titolo definitivo del numero 9 del presente e del futuro al momento non troverebbe una corrispondenza nei numeri e nelle statistiche messe sul piatto da Morata. Appena 2 gol nelle ultime 14 partite di campionato, un contributo decisamente povero che, unito agli 8 centri complessivi della coppia Dybala-Kulusevski, ha scaricato ancora una volta tutto il peso dell'attacco sul solito Cristiano Ronaldo. La svolta della Juve passa inevitabilmente dalla svolta di Morata: cambiare marcia per imprimere una direzione precisa alla stagione bianconera e meritarsi la permanenza.

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