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Ce l'ho con... Montella, visto Gattuso? Questo Milan non era tutto da buttare
Il calcio non è e non sarà mai una scienza esatta; troppo dipendente dagli episodi, da variabili che nessun addetto ai lavori può pensare di prevedere. Quello che è vero oggi non è detto che lo sia anche qualche settimana dopo, il che rende il giudizio su un giocatore e su una squadra sempre molto complicato. Ecco perchè le sentenze a seconda del risultato dovrebbero essere sempre maggiormente ragionate e dovrebbero lasciare spazio ad analisi più obiettive. Ne è un esempio il Milan, passato dall'essere una squadra fantascientifica per il solo fatto di aver speso oltre 230 milioni di euro al mercato a un gruppo tutto sbagliato e guidato da persone inadeguate, salvo fare l'ennesima inversione a U dopo il successo sulla Lazio.
IL MERCATO NON ERA SBAGLIATO - Niente di cui dovremmo stupirci se conosciamo un po' le dinamiche del calcio italiano, dove l'esito di una partita impera su tutto il resto e determina giudizi assoluti. Gattuso non ha la bacchetta magica ed è perfettamente consapevole di aver ancora molto lavoro davanti per restituire ai rossoneri una classifica degna del proprio blasone, ma evidentemente quanto fatto in sede di campagna acquisti non era del tutto sbagliato. I vari Bonucci, Biglia, Kessie e Calhanoglu, l'ultimo calciatore rigenerato in ordine di tempo dal successore di Montella, non potevano essere i fantasmi ammirati nei primi mesi della loro avventura milanista. Pur mettendoci del loro, erano stati anche vittime di una gestione tecnica tutt'altro che esente da responsabilità, figlia nelle migliore delle ipotesi di una sottovalutazione delle qualità di certi interpreti, nella peggiore di una sorta di "ostracismo aprioristico" che gli ha impedito di far emergere le loro qualità.
GLI ERRORI DI MONTELLA - Che tra Montella e la nuova dirigenza del Milan non ci fosse tutto questo feeling lo abbiamo sempre raccontato, nonostante le parole di facciata del caso. Che non esistesse una totale condivisione del progetto tecnico e dell'arrivo di determinati calciatori era altrettanto notorio, ma perchè oggi quello rossonero può definirsi un abbozzo reale di gruppo e non l'Armata Brancaleone vista fino all'esonero del precedente tecnico? Oggi il Milan corre, oggi il Milan sa soffrire e reagire di fronte alle prime difficoltà e giocatori lontani da una condizione fisica accettabile fino a poche settimane fa si stanno imponendo come il motore della ripartenza. Gattuso non vuole esibire la patente di "genio", perchè sa di non esserlo, si sta limitando a fare cose normali senza abbandonarsi a inutili e autolesivi preconcetti. Quei pregiudizi che lo avevano bollato come inadeguato per questa panchina, pronti a tornare puntualmente di moda qualora i rossoneri dovessero incappare un altro passaggio a vuoto.
IL MERCATO NON ERA SBAGLIATO - Niente di cui dovremmo stupirci se conosciamo un po' le dinamiche del calcio italiano, dove l'esito di una partita impera su tutto il resto e determina giudizi assoluti. Gattuso non ha la bacchetta magica ed è perfettamente consapevole di aver ancora molto lavoro davanti per restituire ai rossoneri una classifica degna del proprio blasone, ma evidentemente quanto fatto in sede di campagna acquisti non era del tutto sbagliato. I vari Bonucci, Biglia, Kessie e Calhanoglu, l'ultimo calciatore rigenerato in ordine di tempo dal successore di Montella, non potevano essere i fantasmi ammirati nei primi mesi della loro avventura milanista. Pur mettendoci del loro, erano stati anche vittime di una gestione tecnica tutt'altro che esente da responsabilità, figlia nelle migliore delle ipotesi di una sottovalutazione delle qualità di certi interpreti, nella peggiore di una sorta di "ostracismo aprioristico" che gli ha impedito di far emergere le loro qualità.
GLI ERRORI DI MONTELLA - Che tra Montella e la nuova dirigenza del Milan non ci fosse tutto questo feeling lo abbiamo sempre raccontato, nonostante le parole di facciata del caso. Che non esistesse una totale condivisione del progetto tecnico e dell'arrivo di determinati calciatori era altrettanto notorio, ma perchè oggi quello rossonero può definirsi un abbozzo reale di gruppo e non l'Armata Brancaleone vista fino all'esonero del precedente tecnico? Oggi il Milan corre, oggi il Milan sa soffrire e reagire di fronte alle prime difficoltà e giocatori lontani da una condizione fisica accettabile fino a poche settimane fa si stanno imponendo come il motore della ripartenza. Gattuso non vuole esibire la patente di "genio", perchè sa di non esserlo, si sta limitando a fare cose normali senza abbandonarsi a inutili e autolesivi preconcetti. Quei pregiudizi che lo avevano bollato come inadeguato per questa panchina, pronti a tornare puntualmente di moda qualora i rossoneri dovessero incappare un altro passaggio a vuoto.