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Ce l'ho con... Milinkovic non è leader. Alla Juve non serve un altro Pogba
Lo vidi giocare per la prima volta nell'edizione 2013 dell'Europeo Under 19, vinto da una magnifica nazionale serba contro la Francia di Laporte, Rabiot e Martial. Si ripetè due anni dopo in Nuova Zelanda partecipando alla storica conquista di un Mondiale Under 20 che ha contribuito a segnalarlo ai direttori sportivi italiani e non, con la Lazio a spuntarla al fotofinish sulla Fiorentina. Sergej Milinkovic-Savic ha tutto per diventare il più forte centrocampista in Europa: forza fisica, tecnica sopraffina, senso dell'inserimento e del gol, ma non è ancora un fuoriclasse. Se la Juventus andrà all'assalto per la mezzala serba per regalare a Massimiliano Allegri un puntello definitivo per la mediana dopo Emre Can, sarà bene mettere in chiaro fin dall'inizio che il tempo dei giochi è finito.
NON E' UN FUORICLASSE - Nella partita che valeva una stagione intera, è Milinkovic è stato per distacco il migliore in campo per la formazione biancoceleste contro l'Inter. A tratti debordante e imprendibile, ma a lui, come al resto della banda Inzaghi, il colpo è rimasto in canna. Una volta di più, in una stagione nella quale è mancato l'acuto, alla Lazio come al numero 21; Milinkovic è un potenziale fenomeno assoluto, ma in un'annata dai numeri straordinari i momenti clou non hanno mai avuto l'ex calciatore del Racing Genk tra i protagonisti in positivo. Nella semifinale di Coppa Italia col Milan, nel ritorno di finale dei quarti di finale di Europa League a Salisburgo e contro l'Inter, non c'è stato il tanto atteso punto esclamativo. Il fuoriclasse o l'aspirante tale è quello che in certe notti si trasforma, che si prende la squadra sulle spalle, dall'alto di una superiorità tecnica e caratteriale conclamata.
NUOVO POGBA? - Oggi Milinkovic non è ancora questo tipo di giocatore, non ha ancora espresso quella continuità necessaria per poter assurgere al ruolo di leader tecnico. In squadre come la Juve, in cui le stelle sono molte ma dove non si aspetta nessuno, certi cali di tensione non sono ammessi. Sarà per il ruolo che occupa in campo, sarà per quel mix di forza e tecnica che lo contraddistingue, che l'accostamento con Paul Pogba appare tutt'altro che improprio. L'augurio che facciamo al calciatore della Lazio è di non seguire le orme del francese, persosi nei meandri di un'attività social frenetica fuori dal campo e di inutili ricami sul terreno di gioco.
NON E' UN FUORICLASSE - Nella partita che valeva una stagione intera, è Milinkovic è stato per distacco il migliore in campo per la formazione biancoceleste contro l'Inter. A tratti debordante e imprendibile, ma a lui, come al resto della banda Inzaghi, il colpo è rimasto in canna. Una volta di più, in una stagione nella quale è mancato l'acuto, alla Lazio come al numero 21; Milinkovic è un potenziale fenomeno assoluto, ma in un'annata dai numeri straordinari i momenti clou non hanno mai avuto l'ex calciatore del Racing Genk tra i protagonisti in positivo. Nella semifinale di Coppa Italia col Milan, nel ritorno di finale dei quarti di finale di Europa League a Salisburgo e contro l'Inter, non c'è stato il tanto atteso punto esclamativo. Il fuoriclasse o l'aspirante tale è quello che in certe notti si trasforma, che si prende la squadra sulle spalle, dall'alto di una superiorità tecnica e caratteriale conclamata.
NUOVO POGBA? - Oggi Milinkovic non è ancora questo tipo di giocatore, non ha ancora espresso quella continuità necessaria per poter assurgere al ruolo di leader tecnico. In squadre come la Juve, in cui le stelle sono molte ma dove non si aspetta nessuno, certi cali di tensione non sono ammessi. Sarà per il ruolo che occupa in campo, sarà per quel mix di forza e tecnica che lo contraddistingue, che l'accostamento con Paul Pogba appare tutt'altro che improprio. L'augurio che facciamo al calciatore della Lazio è di non seguire le orme del francese, persosi nei meandri di un'attività social frenetica fuori dal campo e di inutili ricami sul terreno di gioco.