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Ce l'ho con... Maldini, una follia la cessione di Paquetà: è la certificazione della fine del progetto di Elliott
Cedere Paquetà dopo solo un anno, alla stessa cifra per la quale Leonardo lo acquistò dal Flamengo, è una follia. O più semplicemente la certificazione della fine del progetto sportivo che il fondo Elliott ha affidato a Paolo Maldini. Sempre che sia mai esistito... Cosa può portare una società, che ambisce a tornare competitiva per i primi quattro posti in campionato e protagonista sulla scena europea, a una mossa – l'ennesima – che sembra essere frutto dell'istinto e della fretta più che di un ragionamento ponderato?
INVESTIMENTI SCONFESSATI - Per provare a dare un nuovo impulso nella passata stagione alla squadra guidata da Gattuso, la dirigenza rossonera investì quasi 70 milioni di euro, bonus esclusi, puntando tutte le sue fiches su Piatek e Paquetà, giocatori considerati un manifesto della politica portata avanti dalla proprietà statunitense. Giovani, di talento, potenzialmente rivendibili in un futuro non troppo lontano a cifre superiori per generare plusvalenze. E invece prima uno e poi l'altro sono finiti pesantemente in discussione dopo una prima parte di campionato molto al di sotto delle aspettative, addirittura considerati cedibili alle giuste condizioni. Colpa anche dell'incapacità di Maldini, Boban e Massara di trovare una sistemazione a quei calciatori non considerati centrali nel progetto, da Ricardo Rodriguez a Kessie, passando per i vari Calhanoglu, Suso e Borini.
I MERITI DI GATTUSO - Se per il centravanti polacco non si intravedono potenziali compratori e l'empasse della vicenda Ibrahimovic costringe il Milan a rivedere i propri piani, Paquetà ha già dato il via libera al possibile trasferimento al Paris Saint Germain. In Francia ritroverebbe un mentore come Leonardo e un ambiente nel quale fare emergere le sue indubbie qualità tecniche, che nella sua esperienza rossonera non sono state accompagnate da una disciplina tattica fondamentale per emergere. Se Giampaolo prima e Pioli poi non sono riusciti a far esprimere il brasiliano sui livelli che ci si attendeva, a onor del vero Gattuso era riuscito ad ottenere non poco da un giocatore catapultato in poche settimane dai ritmi blandi del calcio sudamericano alla realtà completamente diversa di un campionato europeo.
Considerazioni tecnico-tattiche superate dall'urgenza di fare cassa, complice una prima metà di stagione assolutamente disastrosa e con poche prospettive da gennaio in avanti. Dopo solo un anno, l'avventura di Paquetà sembra già essere ai titoli di coda. E' la morte di un progetto sportivo, sempre che ne sia esistito uno.
INVESTIMENTI SCONFESSATI - Per provare a dare un nuovo impulso nella passata stagione alla squadra guidata da Gattuso, la dirigenza rossonera investì quasi 70 milioni di euro, bonus esclusi, puntando tutte le sue fiches su Piatek e Paquetà, giocatori considerati un manifesto della politica portata avanti dalla proprietà statunitense. Giovani, di talento, potenzialmente rivendibili in un futuro non troppo lontano a cifre superiori per generare plusvalenze. E invece prima uno e poi l'altro sono finiti pesantemente in discussione dopo una prima parte di campionato molto al di sotto delle aspettative, addirittura considerati cedibili alle giuste condizioni. Colpa anche dell'incapacità di Maldini, Boban e Massara di trovare una sistemazione a quei calciatori non considerati centrali nel progetto, da Ricardo Rodriguez a Kessie, passando per i vari Calhanoglu, Suso e Borini.
I MERITI DI GATTUSO - Se per il centravanti polacco non si intravedono potenziali compratori e l'empasse della vicenda Ibrahimovic costringe il Milan a rivedere i propri piani, Paquetà ha già dato il via libera al possibile trasferimento al Paris Saint Germain. In Francia ritroverebbe un mentore come Leonardo e un ambiente nel quale fare emergere le sue indubbie qualità tecniche, che nella sua esperienza rossonera non sono state accompagnate da una disciplina tattica fondamentale per emergere. Se Giampaolo prima e Pioli poi non sono riusciti a far esprimere il brasiliano sui livelli che ci si attendeva, a onor del vero Gattuso era riuscito ad ottenere non poco da un giocatore catapultato in poche settimane dai ritmi blandi del calcio sudamericano alla realtà completamente diversa di un campionato europeo.
Considerazioni tecnico-tattiche superate dall'urgenza di fare cassa, complice una prima metà di stagione assolutamente disastrosa e con poche prospettive da gennaio in avanti. Dopo solo un anno, l'avventura di Paquetà sembra già essere ai titoli di coda. E' la morte di un progetto sportivo, sempre che ne sia esistito uno.