AFP via Getty Images
Ce l'ho con... Maldini e le parole fuori tempo contro la proprietà: ci sono pure le sue colpe dietro il flop di Pioli
27 maggio 2022 - 10 maggio 2023. Quasi un anno è trascorso dal giorno dell'intervista choc concessa a La Gazzetta dello Sport da un Paolo Maldini all'epoca dei fatti direttore dell'area tecnica del Milan in scadenza di contratto da neo-campione d'Italia alle dichiarazioni rese nel pre-partita del primo atto dell'euroderby di Champions League contro l'Inter. Due momenti molto significativi della storia recente rossonera, accomunati da un tema su tutti: la richiesta, divenuta quasi supplica, del principale dirigente sportivo alla sua proprietà di fare qualcosa di più per dare concretamente seguito ai propositi - prima di Elliott, oggi di RedBird - di riportare il Milan agli antichi fasti. Più investimenti, più soldi e un'apertura maggiore ai colpi da effetto, piuttosto che l'insistenza sulle scommesse su giovani promesse, se davvero si desidera che agli importanti risultati economici raggiunti negli ultimi mesi arrivino quelli, altrettanto importanti, sul campo. Soprattutto adesso che, con la stagione che volge al termine, la prospettiva è di chiudere in pareggio o addirittura in attivo il prossimo bilancio grazie all'ottimo percorso fatto in Champions League.
LO SFOGO DI MALDINI PRIMA DELL'INTER
Il disastroso campionato disputato dal Milan dovrebbe aprire gli occhi della proprietà sugli attuali limiti tecnici di un organico qualitativamente e quantitativamente meno attrezzato rispetto a quello delle concorrenti e l'incredibile exploit della passata stagione avrebbe meritato un'analisi più approfondita da parte di tutte le componenti. Perché se il rinnovo di Leao è un fondamentale punto di ripartenza per il futuro prossimo e a medio termine, le reali ambizioni della proprietà si misureranno anche attraverso il tipo di mercato che verrà affrontato nella prossima estate. A maggior ragione se dopo un'annata ben al di sotto delle aspettative. Un ragionamento che non deve tuttavia nascondere quelle che sono le responsabilità, a tutti i livelli, dell'area tecnica, colpevole di una serie incredibile di errori che ha portato il Milan di oggi in condizioni psico-fisiche disastrose. A fortissimo rischio di eliminazione dalla Champions dopo essere stato scherzato dall'Inter nella semifinale di andata e, salvo interventi della giustizia sportiva nei confronti della Juve, ad oggi fuori dall'Europa che conta anche attraverso il piazzamento in campionato.
LEAO, TUTTI I NUMERI DEL RINNOVO
Nel gioco inflazionatissimo e tutto italiano della caccia al capro espiatorio, che oggi vede l'allenatore Stefano Pioli in pole position, non possono essere infatti disconosciuti i tanti, troppi, errori di valutazione commessi dalla coppia Maldini-Massara, che al contrario nelle precedenti stagioni era stato uno dei principali punti di forza di questo Milan. I conti non tornano sotto tanti punti di vista, da un calciomercato palesemente sbagliato un'estate fa e assolutamente non difeso di fronte al chiarissimo ostracismo manifestato da Pioli nei confronti di tutti (o quasi) i nuovi acquisti, alla discutibile e pericolosa decisione di rinnovare a stagione in corso la fiducia al tecnico con un prolungamento di contratto fino all'estate 2025 ed un ingaggio aumentato sino agli attuali 4,5 milioni di euro che rischia di creare qualche problema nel momento in cui qualcuno dovesse cambiare idea sul suo operato alla luce dei recenti risultati.
MILAN, IN 500 A MILANELLO PER CARICARE LA SQUADRA
E poi, per ultimo ma non per questo di minore importanza, una volta per tutte sarebbe bene chiarire a cosa mirino le parole di Maldini, meno forti e "violente" nei toni e nei contenuti rispetto a quel famoso 27 maggio 2022 ma sempre pungenti quanto basta nei confronti della proprietà. Era proprio necessario riscoperchiare la pentola mentre la squadra si apprestava a giocare contro l'Inter la partita più importante della stagione, poi miseramente fallita? Era proprio necessario tornare su un problema che evidentemente il rinnovo di contratto strappato dal dt rossonero in extremis lo scorso anno non ha risolto ma che lo ha comunque indotto a sposare di nuovo un progetto che pare procedere in una direzione diametralmente opposta rispetto alla sua? Tante domande, tanti interrogativi per provare a comprendere come del Milan campione d'Italia non esista più traccia. Ora servirebbe qualche risposta.
LO SFOGO DI MALDINI PRIMA DELL'INTER
Il disastroso campionato disputato dal Milan dovrebbe aprire gli occhi della proprietà sugli attuali limiti tecnici di un organico qualitativamente e quantitativamente meno attrezzato rispetto a quello delle concorrenti e l'incredibile exploit della passata stagione avrebbe meritato un'analisi più approfondita da parte di tutte le componenti. Perché se il rinnovo di Leao è un fondamentale punto di ripartenza per il futuro prossimo e a medio termine, le reali ambizioni della proprietà si misureranno anche attraverso il tipo di mercato che verrà affrontato nella prossima estate. A maggior ragione se dopo un'annata ben al di sotto delle aspettative. Un ragionamento che non deve tuttavia nascondere quelle che sono le responsabilità, a tutti i livelli, dell'area tecnica, colpevole di una serie incredibile di errori che ha portato il Milan di oggi in condizioni psico-fisiche disastrose. A fortissimo rischio di eliminazione dalla Champions dopo essere stato scherzato dall'Inter nella semifinale di andata e, salvo interventi della giustizia sportiva nei confronti della Juve, ad oggi fuori dall'Europa che conta anche attraverso il piazzamento in campionato.
LEAO, TUTTI I NUMERI DEL RINNOVO
Nel gioco inflazionatissimo e tutto italiano della caccia al capro espiatorio, che oggi vede l'allenatore Stefano Pioli in pole position, non possono essere infatti disconosciuti i tanti, troppi, errori di valutazione commessi dalla coppia Maldini-Massara, che al contrario nelle precedenti stagioni era stato uno dei principali punti di forza di questo Milan. I conti non tornano sotto tanti punti di vista, da un calciomercato palesemente sbagliato un'estate fa e assolutamente non difeso di fronte al chiarissimo ostracismo manifestato da Pioli nei confronti di tutti (o quasi) i nuovi acquisti, alla discutibile e pericolosa decisione di rinnovare a stagione in corso la fiducia al tecnico con un prolungamento di contratto fino all'estate 2025 ed un ingaggio aumentato sino agli attuali 4,5 milioni di euro che rischia di creare qualche problema nel momento in cui qualcuno dovesse cambiare idea sul suo operato alla luce dei recenti risultati.
MILAN, IN 500 A MILANELLO PER CARICARE LA SQUADRA
E poi, per ultimo ma non per questo di minore importanza, una volta per tutte sarebbe bene chiarire a cosa mirino le parole di Maldini, meno forti e "violente" nei toni e nei contenuti rispetto a quel famoso 27 maggio 2022 ma sempre pungenti quanto basta nei confronti della proprietà. Era proprio necessario riscoperchiare la pentola mentre la squadra si apprestava a giocare contro l'Inter la partita più importante della stagione, poi miseramente fallita? Era proprio necessario tornare su un problema che evidentemente il rinnovo di contratto strappato dal dt rossonero in extremis lo scorso anno non ha risolto ma che lo ha comunque indotto a sposare di nuovo un progetto che pare procedere in una direzione diametralmente opposta rispetto alla sua? Tante domande, tanti interrogativi per provare a comprendere come del Milan campione d'Italia non esista più traccia. Ora servirebbe qualche risposta.