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    Ce l'ho con... Inzaghi, Giroud-Sanchez è come Calhanoglu-Damsgaard. Anzi no. le lamentele coprono i cambi horror

    Ce l'ho con... Inzaghi, Giroud-Sanchez è come Calhanoglu-Damsgaard. Anzi no. le lamentele coprono i cambi horror

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    C'è la normale e umanissima reazione di chi, dopo aver avuto ampiamente sotto controllo una partita che poteva eliminare una concorrente per il titolo, si è visto sfuggire i 3 punti per una gestione discutibile del risultato. C'è l'altrettanto comprensibile analisi su un episodio arbitrale che si presta, per la sua natura, ad essere oggetto di discussioni infinite. Poi ci sono le immagini e casistiche simili, sulle quali l'allenatore dell'Inter Simone Inzaghi non ha espresso esattamente gli stessi concetti: aveva soprasseduto sulla spinta rifilata da Calhanoglu a Damsgaard da cui nasce la ripartenza del momentaneo 2-1 nerazzurro sul campo della Samp, mentre si è pronunciato in maniera molto chiara sul contatto tra Giroud e Sanchez da cui è nato il gol del pareggio del Milan.

    EPISODI SIMILI - E' bene precisare da subito che entrambi sono catalogabili come contrasti di gioco - rudi quanto si vuole, ma pur sempre contrasti di gioco - e che per nessuno è contemplato l'intervento del VAR. Nello scorso settembre Orsato e ieri sera Guida hanno deciso di applicare per gli episodi in questione un metro arbitrale più internazionale, quello che nella nostra Serie A dovrebbe diventare la normalità per avere partite più spettacolari e compensare quel gap di intensità che poi puntualmente le nostre squadre pagano in Europa. A voler essere particolarmente puntigliosi, la dinamica dello scontro tra Calhanoglu e Damsgaard e tra Giroud e Sanchez presenta una sostanziale differenza: il giocatore dell'Inter interviene su un avversario che è in possesso del pallone e glielo sottrae sbilanciandolo e facendolo cadere, mentre il bomber francese del Milan tocca prima la sfera e successivamente travolge fisicamente il rivale a cui contende il pallone.
     

    PERICOLOSO PRECEDENTE - Un dettaglio che, a mente fredda e con l'adrenalina del postpartita tornata ai livelli di guardia, non sfuggirà pure agli occhi più distratti. Come quelli di Simone Inzaghi, perfetto sin qui nella gestione dell'eredità di Conte e di regalare un'anima di più ampio respiro nel gioco e nella personalità dell'Inter, ma che ieri ha forse peccato di presunzione e sicumera con una serie di sostituzioni che non solo non hanno ammazzato la partita, ma anzi l'hanno clamorosamente ribaltata in favore di Pioli. Il killer instinct è una qualità che non è mai mancata nei gruppi che hanno vinto qualcosa di importante e il problema è che la situazione vissuta nel derby non è nemmeno inedita: il ko con la Lazio dello scorso ottobre presenta inquietanti analogie e in un recente passato probabilmente non si sarebbe ripetuto. Non bisogna fare troppa strada, basti pensare riavvolgere il nastro e ripensare alle ultime due stagioni.

     

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