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Ce l'ho con... Higuain svogliato e poco tranquillo. Milan, è davvero un affare?
Ha problemi alla schiena, ha sempre avuto un carattere molto irascibile, è inquieto per via della questione del riscatto a fine stagione. Nelle ultime settimane se ne sono sentite molte sul conto di Gonzalo Higuain, quando la verità e una e inconfutabile: quella con la maglia del Milan è la sua peggiore partenza a livello realizzativo da quando gioca in Italia. Sono 5 i gol realizzati nelle 11 partite disputate in campionato, dove però la rete non arriva da oltre un mese, dal match con la Sampdoria dello scorso 28 ottobre. Quattro i centri in meno rispetto allo stesso periodo nella passata stagione, che non è stata peraltro la sua peggiore con i colori della Juventus, con cui non si era spinto oltre i 7 gol nell'annata 2016/2017.
QUESTIONE DI NUMERI - Numeri che combaciano con quelli dei primi due campionati a Napoli, dove arrivò a toccare quota 17 e 18 nella classifica dei cannonieri. Un Higuain che quindi sarebbe perfettamente in linea col rendimento offerto negli ultimi anni, ad eccezione ovviamente della stagione di grazia 2015/2016, in cui a ridosso del giro di boa aveva già messo a referto ben 14 reti e avrebbe chiuso alla cifra record di 36. I numeri dunque, presi singolarmente, raccontano una verità solo parziale, completata da un atteggiamento che sta destando parecchie perplessità sul reale coinvolgimento del Pipita nel progetto rossonero.
POCO COINVOLTO - Non ha mai fatto mistero il diretto interessato di essere rimasto scottato dalla decisione della Juventus di sacrificarlo per esigenze di bilancio, dopo l'arrivo di Cristiano Ronaldo. E in campo si è spesso avuta la sensazione di vedere un giocatore che, in quanto poco stimolato dalla prospettiva di non poter competere per vincere, abbia dato maggiore importanza alla soddisfazione personale che a quella di squadra. Se le arrabbiature verso i compagni per la mancanza di palloni giocabili fanno parte del repertorio di Higuain e rientrano nella normalità quando si ha a che fare con un attaccante, meno lo sono gli episodi di isterismo, come quello clamoroso verificatosi nella partita contro la Juve. Diventata la serata di Higuain e non quella del Milan contro la formazione di Allegri.
AFFARE A RISCHIO? - E chi pensava o confidava nella voglia di riscatto di Higuain al suo ritorno dopo le due giornate di squalifiche da scontare, sarà rimasto ancora più deluso. Nella prova incolore contro il Torino, nella quale l'argentino ha collezionato la miseria di un tiro nello specchio di porta avversaria, a far "scattare l'allarme" sono state soprattutto quelle due occasioni nel primo tempo nelle quali, invece di servire il compagno meglio piazzato, si è intestardito nel concludere personalmente l'azione. Un egoismo figlio di una scarsa tranquillità di fondo, certamente per una condizione atletica non ottimale che non gli consente di rendere al meglio, ma forse con ben altro sullo sfondo. Il Milan a fine campionato dovrà versare alla Juventus i 36 milioni di euro necessari per l'acquisto a titolo definitivo (a cui vanno aggiunti i circa 9 milioni di ingaggio), ma più di qualche dubbio è emerso negli ultimi giorni sulla bontà di questo investimento. Scaricato a suo tempo dal Real Madrid, sacrificato dalla Juve per la ragion di stato, messo in discussione dal Milan: e se l'affare Higuain non fosse stato realmente un grande affare?
QUESTIONE DI NUMERI - Numeri che combaciano con quelli dei primi due campionati a Napoli, dove arrivò a toccare quota 17 e 18 nella classifica dei cannonieri. Un Higuain che quindi sarebbe perfettamente in linea col rendimento offerto negli ultimi anni, ad eccezione ovviamente della stagione di grazia 2015/2016, in cui a ridosso del giro di boa aveva già messo a referto ben 14 reti e avrebbe chiuso alla cifra record di 36. I numeri dunque, presi singolarmente, raccontano una verità solo parziale, completata da un atteggiamento che sta destando parecchie perplessità sul reale coinvolgimento del Pipita nel progetto rossonero.
POCO COINVOLTO - Non ha mai fatto mistero il diretto interessato di essere rimasto scottato dalla decisione della Juventus di sacrificarlo per esigenze di bilancio, dopo l'arrivo di Cristiano Ronaldo. E in campo si è spesso avuta la sensazione di vedere un giocatore che, in quanto poco stimolato dalla prospettiva di non poter competere per vincere, abbia dato maggiore importanza alla soddisfazione personale che a quella di squadra. Se le arrabbiature verso i compagni per la mancanza di palloni giocabili fanno parte del repertorio di Higuain e rientrano nella normalità quando si ha a che fare con un attaccante, meno lo sono gli episodi di isterismo, come quello clamoroso verificatosi nella partita contro la Juve. Diventata la serata di Higuain e non quella del Milan contro la formazione di Allegri.
AFFARE A RISCHIO? - E chi pensava o confidava nella voglia di riscatto di Higuain al suo ritorno dopo le due giornate di squalifiche da scontare, sarà rimasto ancora più deluso. Nella prova incolore contro il Torino, nella quale l'argentino ha collezionato la miseria di un tiro nello specchio di porta avversaria, a far "scattare l'allarme" sono state soprattutto quelle due occasioni nel primo tempo nelle quali, invece di servire il compagno meglio piazzato, si è intestardito nel concludere personalmente l'azione. Un egoismo figlio di una scarsa tranquillità di fondo, certamente per una condizione atletica non ottimale che non gli consente di rendere al meglio, ma forse con ben altro sullo sfondo. Il Milan a fine campionato dovrà versare alla Juventus i 36 milioni di euro necessari per l'acquisto a titolo definitivo (a cui vanno aggiunti i circa 9 milioni di ingaggio), ma più di qualche dubbio è emerso negli ultimi giorni sulla bontà di questo investimento. Scaricato a suo tempo dal Real Madrid, sacrificato dalla Juve per la ragion di stato, messo in discussione dal Milan: e se l'affare Higuain non fosse stato realmente un grande affare?