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Ce l'ho con... Friedkin, sicuro che Mourinho si meriti un altro mercato da 100 milioni? Lo Special One è un lontano ricordo
Dan Friedkin va dritto per la sua strada. Nonostante i risultati tardino ad arrivare alla guida della Roma, l'imprenditore statunitense non è intenzionato a rinnegare la scelta di 9 mesi fa di affidare la guida della rivoluzione tecnica del club giallorosso a José Mourinho. La recentissima eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell'Inter ha rappresentato l'ennesimo passaggio a vuoto di una stagione che non è mai decollata: ancora in corsa per il vero obiettivo dichiarato, quel quarto posto che dista appena 6 punti, lo Special One non ha saputo trasferire ai suoi calciatori quella mentalità vincente che ha contraddistinto i suoi anni migliori. Un'epoca che oggi appare incredibilmente distante e sfocata, che nemmeno le urla che avrebbero fatto tremare i muri dello spogliatoio di San Siro mercoledì sera hanno riportato d'attualità.
COMUNICAZIONE DIRETTA - Tra i temi di dibattito che animano il dibattito sulla sponda romanista della Capitale c'è proprio la strategia comunicativa molto diretta che Mourinho ha adottato dall'inizio della stagione, in linea col suo personaggio: tanto nei confronti dei propri ragazzi per stimolare una reazione nervosa nei momenti più delicati, quanto nei confronti dei vertici societari per indurli ad accelerare alcune operazioni di mercato. Sul secondo fronte è una tattica che ha certamente pagato, visto che la proprietà giallorossa si è impegnata con acquisti e/o promesse per una cifra non lontana dai 100 milioni di euro, mentre nella gestione quotidiana del rapporto coi giocatori qualche crepe inizia ad emergere. Lo Special One ha abbracciato un progetto a parole molto affascinante, ma che per divenire concreto anche nei fatti dovrà passare probabilmente da ulteriori operazioni ad alto impatto economico, per assecondare la sua richiesta di guidare un instant team. Una richiesta di fronte alla quale la famiglia Friedkin farebbe bene a domandarsi se il gioco, o il prezzo, valga la candela: l'ingaggio triennale da 7 milioni di euro netti a stagione ha sin qui ripagato almeno parte delle aspettative?
DISTRUTTIVO - La Roma ha individuato in Paulo Fonseca il "rallentatore" della crescita di una squadra che, a livello di identità di gioco, si faceva decisamente preferire alla versione attuale e ha ritenuto che il solo arrivo di un allenatore dal curriculum più importante e dalla personalità debordante potesse colmare almeno parzialmente l'enorme distanza dalle big del campionato, soprattutto in termini di programmazione. Rallentata da una rosa extralarge e con tanti calciatori che Mourinho ha immediatamente segnalato come gli esuberi di cui disfarsi. Comunicandolo pubblicamente alla stampa, con un trattamento pari a quello riservato alle seconde linee che nelle sue gerarchie sono stati individuati come poco utili alla causa e poco meritevoli di maggiore spazio sul terreno di gioco. Una tattica più distruttiva che costruttiva e che nello spogliatoio ha generato comprensibili malumori: non sarà semplice in estate conseguire tutti gli obiettivi che l'uomo di Setubal si è messo in testa e a quel punto cosa può succedere?
COMUNICAZIONE DIRETTA - Tra i temi di dibattito che animano il dibattito sulla sponda romanista della Capitale c'è proprio la strategia comunicativa molto diretta che Mourinho ha adottato dall'inizio della stagione, in linea col suo personaggio: tanto nei confronti dei propri ragazzi per stimolare una reazione nervosa nei momenti più delicati, quanto nei confronti dei vertici societari per indurli ad accelerare alcune operazioni di mercato. Sul secondo fronte è una tattica che ha certamente pagato, visto che la proprietà giallorossa si è impegnata con acquisti e/o promesse per una cifra non lontana dai 100 milioni di euro, mentre nella gestione quotidiana del rapporto coi giocatori qualche crepe inizia ad emergere. Lo Special One ha abbracciato un progetto a parole molto affascinante, ma che per divenire concreto anche nei fatti dovrà passare probabilmente da ulteriori operazioni ad alto impatto economico, per assecondare la sua richiesta di guidare un instant team. Una richiesta di fronte alla quale la famiglia Friedkin farebbe bene a domandarsi se il gioco, o il prezzo, valga la candela: l'ingaggio triennale da 7 milioni di euro netti a stagione ha sin qui ripagato almeno parte delle aspettative?
DISTRUTTIVO - La Roma ha individuato in Paulo Fonseca il "rallentatore" della crescita di una squadra che, a livello di identità di gioco, si faceva decisamente preferire alla versione attuale e ha ritenuto che il solo arrivo di un allenatore dal curriculum più importante e dalla personalità debordante potesse colmare almeno parzialmente l'enorme distanza dalle big del campionato, soprattutto in termini di programmazione. Rallentata da una rosa extralarge e con tanti calciatori che Mourinho ha immediatamente segnalato come gli esuberi di cui disfarsi. Comunicandolo pubblicamente alla stampa, con un trattamento pari a quello riservato alle seconde linee che nelle sue gerarchie sono stati individuati come poco utili alla causa e poco meritevoli di maggiore spazio sul terreno di gioco. Una tattica più distruttiva che costruttiva e che nello spogliatoio ha generato comprensibili malumori: non sarà semplice in estate conseguire tutti gli obiettivi che l'uomo di Setubal si è messo in testa e a quel punto cosa può succedere?