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    Ce l'ho con... Cristiano Ronaldo impari da Ibra come essere leader. E la Juve non diventi succube del suo ego

    Ce l'ho con... Cristiano Ronaldo impari da Ibra come essere leader. E la Juve non diventi succube del suo ego

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    Tutto ruota attorno a Cristiano Ronaldo. Quando hai in rosa un campione di tale livello, diventa inevitabile finire per esserne dipendente nel modo di giocare o elaborare un sistema di gioco che ne esalti le qualità. Ma se e quando la stella della squadra si rivela tale anche in certi atteggiamenti, persino nella "scelta" delle partite da giocare, allora il rischio che la società - in questo caso la Juventus - perda la sua centralità è alta.

    HA DECISO PIRLO? - Ha fatto e farà ancora discutere la non convocazione dell'asso portoghese per la trasferta di Benevento, nella quale i suoi compagni hanno palesato la difficoltà nel mettere in pratica un piano alternativo in assenza del giocatore di riferimento; ha fatto e farà ancora dibattere la decisione condivisa annunciata nella conferenza stampa della vigilia da Andrea Pirlo, che non ha portato Ronaldo nemmeno come possibile opzione da giocarsi a gara in corso. A Cesena contro lo Spezia, proprio subentrando dalla panchina dopo lo stop forzato a causa del Covid, CR7 aveva spaccato la partita in due e tolto diverse castagne del fuoco al suo allenatore. Che stavolta, tra la volontà di blindare il discorso qualificazione in Champions e la necessità di recuperare terreno in campionato, ha optato per la prima. Secondo i più maligni, assecondando il desiderio di Ronaldo di esibirsi sul palcoscenico europeo ed evitare una scomoda e poco elettrizzante trasferta sul campo di una neopromossa, nella quale non sarebbe stato schierato dai titolari.

    L'ESEMPIO DI IBRA - Nella gestione dei fuoriclasse, ogni tanto esistono bocconi da mandare giù, compromessi da mettere in conto; un altro discorso è l'esempio che possa arrivare da comportamenti "da divi di Hollywood" che poco contribuiscono a cementare l'armonia di un gruppo, che proprio senza il carisma del suo miglior elemento ha dimostrato di andare in sofferenza. Il confronto offerto dall'ultimo fine settimana con Ibrahimovic, che da infortunato ha seguito e trascinato i compagni dalla tribuna in occasione della partita con la Fiorentina, è impietoso. Da una parte un atleta che si erge al di sopra degli altri; dall'altra uno, consapevole della sua superiorità, agisce da esempio e da trascinatore. La Juve ponga rimedio, perché il passo dalla dipendenza all'accondiscendenza più esasperata è davvero breve.

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