AFP/Getty Images
Ce l'ho con... Buffon, leader egoista scaricato anche dai suoi compagni
La statura di un atleta non si misura soltanto sulla base dei trofei conquistati nel corso della carriera e del rendimento individuale. Dietro il campione ci sta la persona, non è una frase fatta. Significa che pure a uno sportivo di grandissimo livello deve essere concesso di non essere altrettanto grande sotto il profilo umano. O, se preferite, di essere ben lontano da quella perfezione assoluta che gli viene attribuita a prescindere alla luce del suo status di vip. In questa categoria rientra anche Gianluigi Buffon, portiere meraviglioso che ha segnato un'epoca nel calcio e che sarà probabilmente ricordato come il migliore di tutti i tempi nel suo ruolo. Ma la parte conclusiva del suo tragitto non sta corrispondendo alla bellezza dei gesti tecnici e delle parate che sono diventati una griffe in una carriera ultra-ventennale con pochi momenti bui.
FUORI CONTROLLO - Ci eravamo già espressi sulla sua discutibile decisione di riproporsi per il nuovo ciclo della Nazionale dopo il fallimento con la Svezia e il suo addio comunicato a reti unificate. Non sono mancati commenti critici dalle pagine di questo sito anche sulle sue dichiarazioni post-Real Madrid, con l'aggravante di non essere mai state rettificate. Il vero problema è che Buffon non arretra mai di un centimetro, nemmeno quando il buon senso che dovrebbe appartenere a un uomo di 40 anni imporrebbe atteggiamenti più miti. E le sciocchezze proferite dai talebani del tifo sulla "schiena dritta", sull'"uomo tutto di un pezzo" non fanno altro che aggiungere un alone di tristezza alla vicenda, in cui si inserisce la reprimenda del capitano della Juventus a Benatia e ad altri compagni di squadra dopo la sconfitta col Napoli che ha riaperto la corsa scudetto. Quello che, in situazioni normali, sarebbe derubricato come lo sfogo di un leader carismatico all'interno di uno spogliatoio, ha finito per scatenare la reazione risentita di chi si è sentito attaccato e non riconosce più in Buffon la guida che è stata per anni. La carriera del numero uno bianconero si sta chiudendo in mezzo a difficoltà inattese e la sensazione crescente è di un nervosismo fuori controllo che sta portando a uscite sempre più a vuoto. Come se gli insuccessi delle squadre con cui ha giocato e sta giocando in quest'ultima stagione fossero le sue, e soltanto le sue, sconfitte
IMPERFETTO - Come se gli insuccessi delle squadre con cui ha giocato e sta giocando in quest'ultima stagione fossero le sue, e soltanto le sue, sconfitte. Nel momento di maggior tensione della storia recente della Juve, sarebbero stati necessari comportamenti più positivi ed edificanti da parte del capitano, da parte di chi in questi ultimi anni si è eretto a guida della sua squadra e della Nazionale senza avere l'umiltà di riconoscere di essere una persona imperfetta, come tutti quanti noi.
FUORI CONTROLLO - Ci eravamo già espressi sulla sua discutibile decisione di riproporsi per il nuovo ciclo della Nazionale dopo il fallimento con la Svezia e il suo addio comunicato a reti unificate. Non sono mancati commenti critici dalle pagine di questo sito anche sulle sue dichiarazioni post-Real Madrid, con l'aggravante di non essere mai state rettificate. Il vero problema è che Buffon non arretra mai di un centimetro, nemmeno quando il buon senso che dovrebbe appartenere a un uomo di 40 anni imporrebbe atteggiamenti più miti. E le sciocchezze proferite dai talebani del tifo sulla "schiena dritta", sull'"uomo tutto di un pezzo" non fanno altro che aggiungere un alone di tristezza alla vicenda, in cui si inserisce la reprimenda del capitano della Juventus a Benatia e ad altri compagni di squadra dopo la sconfitta col Napoli che ha riaperto la corsa scudetto. Quello che, in situazioni normali, sarebbe derubricato come lo sfogo di un leader carismatico all'interno di uno spogliatoio, ha finito per scatenare la reazione risentita di chi si è sentito attaccato e non riconosce più in Buffon la guida che è stata per anni. La carriera del numero uno bianconero si sta chiudendo in mezzo a difficoltà inattese e la sensazione crescente è di un nervosismo fuori controllo che sta portando a uscite sempre più a vuoto. Come se gli insuccessi delle squadre con cui ha giocato e sta giocando in quest'ultima stagione fossero le sue, e soltanto le sue, sconfitte
IMPERFETTO - Come se gli insuccessi delle squadre con cui ha giocato e sta giocando in quest'ultima stagione fossero le sue, e soltanto le sue, sconfitte. Nel momento di maggior tensione della storia recente della Juve, sarebbero stati necessari comportamenti più positivi ed edificanti da parte del capitano, da parte di chi in questi ultimi anni si è eretto a guida della sua squadra e della Nazionale senza avere l'umiltà di riconoscere di essere una persona imperfetta, come tutti quanti noi.