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  • Cataniamania:| Non si distrugga tutto!

    Cataniamania:| Non si distrugga tutto!

    Fino a poco più di quarantotto ore fa l'attenzione di tutto l'ambiente rossazzurro e di ciò che lo circonda era rivolta esclusivamente al calciomercato e alla curiosità dei tifosi, che attendevano con ansia di conoscere il futuro di Silvestre e i nomi dei giocatori che sarebbero arrivati grazie ai soldi guadagnati dalla società con la sua cessione. Gli ultimi due giorni, però, hanno regalato a Catania e all'Italia intera la scioccante notizia della lite pubblica tra il presidente rossazzurro Nino Pulvirenti e l'amministratore delegato Pietro Lo Monaco. Inutile affermare che la motivazione da cui è scaturita la contesa è oramai nota a tutti, e che la vicenda delle intenzioni di Lo Monaco di acquistare personalmente il titolo della Salernitana contro il parere di Pulvirenti sembra a tutti solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un rapporto che probabilmente si era incrinato già per altri motivi, che però i due massimi dirigenti etnei erano stati bravissimi a tenere per sé, riuscendo a lavare i panni sporchi in casa come forse finora poche società erano state capaci di fare.

    Fatto sta che questa volta proprio non ci sono riusciti, e ora Catania e il Catania si sono ritrovati addosso gli occhi dell'Italia intera e di tutto il mondo del pallone non per l'ennesima scoperta calcistica, ma per una guerra inaspettata tra le due persone che tra squadra, società, centro sportivo e realtà parallele sono state capaci di creare la realtà e il progetto più ambizioso della storia rossazzurra. Il risveglio dopo due giorni di guerra intestina, dunque, è tutt'altro che felice, e a prescindere dalla gioia di chi proprio non tollerava più il pensiero o gli atteggiamenti di Lo Monaco, ad oggi ci si ritrova con un amministratore delegato dimissionario e pronto a lasciare a breve la società, e un presidente che mette sul piatto della bilancia le proprie ragioni, mostrando già forse un po' di rammarico per la possibile fine di un matrimonio che, per quanto sia stato idilliaco, mostra le prime importanti crepe.

    Se il motivo reale del contendere sia davvero la vicenda-Salernitana, o dietro questo gran polverone vi siano altre ruggini pregresse, a molti non è dato saperlo, e forse deve e può interessare marginalmente. La cosa importante, però, è che si metta fine al più presto ad una guerra che rischia di far male ad una città intera e di demolire ciò che di buono si è creato in poco più di sette anni. Va bene le antipatie dei tifosi per questo o quel dirigente, va bene l'insofferenza di chi si attende di più da Lo Monaco, da Pulvirenti o da entrambi; va bene pure il disappunto reciproco del presidente e dell'amministratore delegato. Va bene tutto, anche la fine di un sodalizio che fino a pochi giorni fa pareva inossidabile, ma nessuno faccia clamorosi autogoal che rischierebbero di fare sprofondare non solo una squadra ma una città intera.

    Se l'amore tra Pulvirenti e Lo Monaco esiste ancora, benissimo, ormai ciò che è successo è successo e pazienza se è stato spiattellato ai quattro venti. Se lo fanno anche le famiglie reali, in fondo il gossip, per una volta, può essere concesso anche ai dirigenti del Catania. Ma se proprio non vi sono margini di intesa per ricucire lo strappo, a prescindere dalle apparenti porte aperte lasciate con qualche giro di parole dai due, allora si vada avanti e si cerchi in fretta una soluzione. Perché il Catania non può essere distrutto, perché Catania non può essere distrutta, e anche se a qualcuno sembrerà una bestemmia il rischio di ricadere nel baratro potrebbe profilarsi in un attimo a causa di una scelta sbagliata.

    Quindi, con o senza amministratore delegato, i cui modi non saranno graditi ai più (alzi la mano chi almeno una volta non si è trovato in disaccordo con il suo pensiero), è opportuno far quadrato immediatamente e capire come si può riprendere a correre nel migliore dei modi. E se arriverà la pace tra i due allora ben venga, perché ad oggi solo e soltanto il duo Pulvirenti-Lo Monaco sembra in grado di portare avanti il progetto Calcio Catania. E a prescindere dalle simpatie o antipatie che può provare anche chi vi scrive, è più che sicuro che nessuno vuole correre il rischio di rivedere il Catania e i suoi giocatori rincorrere il pallone sui campi di gioco dei campionati dilettantistici!

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