Cataniamania:| Il Palermo si sbrighi!
Dopo aver trascorso settimane estenuanti ed interminabili ad osservare il mercato in uscita del Catania, forse qualcuno si era illuso che si fosse ormai giunti alla risoluzione della vicenda legata alla cessione di Silvestre, decisiva per dare il via alle operazioni in entrata da parte della società rossazzurra. Chi vi scrive, in qualche modo aveva provato a mettere in guardia tutti già lo scorso fine settimana, parlando del mancato apprezzamento nei confronti del difensore argentino da parte delle tante grandi squadre che hanno sempre affermato di volerlo acquistare, ma che al momento di presentare la proposta irrifiutabile si sono defilate. Alla fine è venuto fuori il Palermo, ma probabilmente saremo tutti d'accordo che, al di là di una migliore ma non strabiliante offerta economica, per Silvestre non si tratta certo della squadra che coronerà la sua carriera calcistica. Il problema però pare essere sempre lo stesso, e cioè che ogni volta che bisogna fare un affare con il Palermo si presenta qualche intoppo. Qui non si parla di derby o di attaccamento alla maglia, perchè ormai si è capito da tempo che le bandiere nel calcio non esistono quasi più e non si può condannare un giocatore se passa da una parte all'altra. Il discorso è legato all'eccessiva perdita di tempo che ogni volta finisce per innervosire.
Forse qualcuno l'avrà dimenticato, ma dopo aver inseguito Brienza per anni e aver pensato ed immaginato a lungo di averlo in maglia rossazzurra, con tanto di fotomontaggio già fatto dai giornali, alla fine il Palermo decise di non darlo al Catania senza mai far capire realmente il motivo, pur tenendolo ai margini della rosa perchè considerato poco più che un doppione. E allora, quando secondo tutti mancava solo la firma del giocatore con la società rossazzurra, improvvisamente tutto si arenò facendo pensare quasi ad una presa in giro. Senza dimenticare poi la vicenda Biagianti, ormai considerato un giocatore del Palermo per quasi tutta la scorsa estate e poi (fortunatamente) rimasto al Catania fino ad essere designato come nuovo capitano per la stagione che sta per iniziare. Allora si disse che fu Lo Monaco a tirare troppo la corda perchè troppo pretenzioso con gli otto milioni di euro richiesti, ma il valore di un giocatore giovane, che aveva fatto tre goal in campionato e aveva appena ottenuto la pima chiamata in Nazionale, non poteva certo essere troppo inferiore. Eppure il Palermo non se la sentì di arrivare fino a quel prezzo, e alla fine perse l'opportunità di acquistarlo per soli 500mila euro. E così arriviamo fino ai giorni nostri, con Silvestre che doveva andare al Palermo già venerdì scorso, ma poi è stato rimandato a ieri, giorno in cui Lanzafame è arrivato a Catania.
Tutti pensavano ad un annuncio già in tarda serata, ma alla fine si è sentito parlare ancora di contropartite tecniche da valutare, senza tralasciare il fatto che è venuto fuori un virgolettato del vicepresidente rosanero, il quale solo ieri a pranzo parlava di una trattativa ancora lontana dalla conclusione. Per carità, se non sono convinti dell'affare o del giocatore, il Palermo e i suoi dirigenti hanno tutto il diritto di valutare e rivalutare il tutto. Però non è possibile che ogni volta che vi è una trattativa tra Catania e Palermo ci debba essere un intoppo, che alla fine non serve a nessuno e snerva tutti, o almeno snerva l'ambiente rossazzurro. Vada per la cifra da offrire per Silvestre, ma non sembra opportuno perdere altro tempo se non si è decisi a chiudere l'operazione. L'idea del Catania in merito sembra chiara: o il Palermo sborsa otto milioni, oppure mette sul piatto sei milioni più Gonzalez. Addirittura si potrebbe venire a capo di tutto con sei milioni e mezzo più la metà di Lanzafame, ma evidentemente i liquidi richiesti dal Catania sembrano ancora troppi. Nel frattempo è arrivato pure l'infortunio di Pinilla, che a quanto pare rischia di fare rallentare ulteriormente l'affare (che tutti giurano si farà comunque) di qualche giorno, ma senza dubbio è chiaro che non si può più andare oltre. Il Palermo prenda una decisione, dunque, e si sbrighi a farlo, altrimenti amici come prima. E oramai, fuori dal rettangolo di gioco, lo si è davvero.