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    Cataliotti: 'Salve sono un agente, vorrei gestire suo figlio...' Come riuscirci

    Cataliotti: 'Salve sono un agente, vorrei gestire suo figlio...' Come riuscirci

    Ti avevo lasciato in tribuna tra il primo e il secondo tempo di una partita del settore giovanile. Hai "mollato tutto" e ti sei appena iscritto al registro dei procuratori sportivi. Ora a te il compito di parlare con i genitori di quel ragazzino che nel primo tempo, con le sue giocate, ti ha letteralmente stregato.

    Che registro comunicativo adotterai? Non ne esiste uno migliore degli altri. Devi, però, cercare di capire, in un nanosecondo, con chi ti stai apprestando a parlare. Il calcio è ormai un fenomeno sociale trasversale che appassiona tutti indistintamente. Potrai trovarti a parlare con genitori poco istruiti, con altri molto colti, con altri ancora che non parlano la tua lingua, e con altri che masticano calcio dalla mattina alla sera. Ma tutti avranno una caratteristica in comune: considerare il proprio figlio un futuro campione!

    Ebbene, spetta a te intuire come porgerti nei loro confronti. Presentati e inizia a parlare, ricordandoti che il procuratore deve essere "da pizza e da caviale". Non usare paroloni inappropriati con chi a fatica segue i tuoi discorsi tecnici su procura, tesseramenti, svincoli e scritture private, non essere troppo invadente quando vedi che per quei genitori la figura del procuratore sembra ancora lontana e misteriosa, non insistere nel proporti come agente se quei genitori ti dicono di averne già uno del cui operato sono pienamente soddisfatti, usa un registro altamente tecnico se dovesse risultare necessario. Ma ricordarti di farti conoscere per quello che sei, senza fare nessun tipo di promessa. Parla della partita, complimentati per le giocate del loro figlio calciatore. Lascia un segno della tua presenza, con garbo e professionalità. E congedati da loro senza dimenticare di lasciargli in mano il tuo bigliettino da visita.

    Potranno esserci altri incontri finalizzati ad approfondire i discorsi appena abbozzati. I genitori dei giovani calciatori non perderanno, infatti, l'occasione per farti mille domande. E allora presentati a tutte le partite in cui il calciatore che aveva colpito la tua attenzione scenderà in campo!

    Devi diventare per quei genitori una persona di fiducia, quasi un nuovo componente della famiglia. Che si interesserà non solo dell'andamento sportivo, ma anche di quello scolastico del giovane calciatore. 

    E, quando meno te l'aspetti, inizieranno a farti a bruciapelo le più disparate domande, alla stregua di un interrogatorio. Eccone alcune, quelle più ricorrenti:

    1) mio figlio si può svincolare a fine stagione?

    2) mio figlio quando potrà firmare il primo contratto da professionista?

    3) ho sentito parlare del tesseramento in deroga: che cos'è?

    4) è vero che i giovani dilettanti possono essere vincolati fino a 25 anni presso la stessa società?

    5) che cos'è il pre-contratto? Alcuni compagni di mio figlio ricevono già dei soldi, ma non abbiamo capito a che titolo?

    6) può una società chiederci soldi per svincolare nostro figlio?

    7) se volessimo portare nostro figlio a fare un provino in un'altra squadra come dovremmo procedere?

    8) che cosa sono i premi di preparazione e di formazione e addestramento tecnico?

    9) mio figlio ha diritto a uno sponsor? Come cercarlo?

    10) il procuratore ha diritto a un compenso per l'attività svolta a favore di un giovane non ancora professionista?

    E tante altre ancora...

    Tu, che sei alle prime armi, non puoi permetterti di non saper dare risposta ai suddetti interrogativi. 
    I genitori, se decideranno di affidarti la gestione del loro figlio calciatore, devono essere certi di aver fatto la scelta giusta. E tu devi convincerli dimostrando loro di essere un professionista serio e preparato.

    Ma non fermarti alla conquista della famiglia di un solo calciatore! Se hai un'autentica passione per il calcio, la dannata voglia di scoprire e vincolare (come?) giovani talenti, se pensi di avere il calcio dentro di te e innate capacità di intuizione, non mollare mai, non demordere, non riporre nel cassetto il tuo sogno! Continua a setacciare i campi dei settori giovanili, a osservare calciatori e a cercare di entrare nelle grazie delle loro famiglie....

    Può però capitare che accada l'inimmaginabile. Ecco cosa successe a me tanti 
    anni fa.

    Solo un nome sul mio taccuino: il numero 10, un mancino di grande classe. 
    Osservo tutta la partita accanto al suo papà, un uomo di poche parole. Al gol 
    del ragazzo, un tiro da 30 metri all'incrocio dei pali, esulto come un bambino. 
    E inizio a complimentarmi con quello strano signore che, inspiegabilmente, era 
    rimasto completamente impassibile al gol del figlio.
    E' finita la partita. E' l'ora delle presentazioni. Spiego chi sono e 
    l'interesse che nutro per quel ragazzo che ha deciso la partita con un eurogol, 
    da cineteca.
    "Senta io sono un giovane procuratore..." incomincio a propormi con fare più 
    da caviale che da pizza. Anche il mio look - giacca e cravatta - stona.
    "Mio figlio è un cagnetto" risponde il padre sgarbatamente.
    "Come?" rispondo ingenuamente.
    Lui, alza le spalle scocciato.
    Continuo : "suo figlio è un calciatore fantastico, ottima tecnica, visione di 
    gioco, personalità, di sicura prospettiva".
    La replica del papà "An dîr dal cojunêdi!" (traduzione edulcorata: "non dire 
    stupidate!") mi prende alla sprovvista. 
    Non so come parare il colpo. Ho capito il senso delle sue parole, ma non sono 
    "attrezzato" per rispondere con una frase in dialetto reggiano di pari 
    "levatura".
    Incasso la sua apodittica sentenza e basta. Non mi rimane che congedarmi con 
    la coda tra le gambe.

    Nei giorni che seguirono venni a sapere che quel papà era un allenatore 
    professionista, molto stimato nell'ambiente. Il figlio, dopo aver giocato nelle 
    giovanili di una squadra di serie B, venne svincolato al raggiungimento del 19° 
    anno di età. Oggi gioca in promozione, massima categoria "senior" raggiunta in 
    carriera.
    Forse quel papà di poche - ma espressive - parole aveva ragione!
    Una lezione da ricordare...

    Jean-Christophe Cataliotti (www.footballworkshop.it)

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