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  • Cataliotti: 'Mercato inglese e mercato italiano, la differenza è enorme: per i soldi e per il livello dello scouting'

    Cataliotti: 'Mercato inglese e mercato italiano, la differenza è enorme: per i soldi e per il livello dello scouting'

    E' già tempo di calciomercato tra previsioni, contatti, viaggi da una parte e l'altra del mondo, osservazione di calciatori, meeting tra procuratori e direttori sportivi. Ma il calciomercato inglese sembra ancora lontano da quello nostrano quanto a costi di cartellini e ingaggi dei calciatori.

    Calciomercato.com ha posto all'Avv. Jean-Christophe Cataliotti, manager sportivo e titolare dei workshop per aspiranti talent scout e procuratori sportivi (per info si rimanda al sito www.footballworkshop.it), alcune domande proprio sulle differenze tra calcio inglese e calcio italiano.

    Se una società italiana volesse acquistare il cartellino di un calciatore che gioca in Inghilterra a quali cifre potrebbe andare incontro?
    E' evidente che occorre valutare, per prima cosa, il valore tecnico del giocatore. Ma se un direttore sportivo italiano volesse puntare su un talento del calcio inglese allora si troverebbe di fronte a richieste sicuramente importanti (almeno intorno ai 10 milioni di euro). In tali casi, pur di avere un calciatore del Manchester United, City o del Liverpool, i nostri dirigenti potrebbero cercare di accaparrarsi il giocatore desiderato con altre formule contrattuali, ad es. con quella del prestito con diritto di riscatto.

    E quelli a parametro zero non potrebbe andare bene?
    E' normale che possano essere interessanti, ma occorre considerare l'altro lato della medaglia, cioè quello degli ingaggi. Sono ingaggi, quelli dei calciatori che militano in Premier League, mediamente superiori ai nostri. Un difensore laterale di medio livello in Inghilterra può percepire tranquillamente intorno ai 3/4 milioni di euro annui! Senza parlare dei calciatori che militano nella serie cadetta dove anche calciatori qualitativamente "normali" possono percepire un milione di euro l'anno.

    L'Inghilterra potrebbe, quindi, diventare l'Eldorado per i calciatori italiani?
    A dire il vero il campionato italiano non è seguitissimo dai dirigenti del calcio inglese. Seguono, in ogni caso, i giovani dei nostri vivai, principalmente quelli che militano già nelle nazionali giovanili.

    I club inglesi non guardano certo al portafoglio se sono interessati a qualche calciatore....
    Questo è vero anche se gli acquisti sono ben vagliati in quanto lo scouting inglese è all'avanguardia. E' più facile che i procuratori e i direttori sportivi conoscano i talenti delle nostre squadre che noi quelli delle loro accademie!
    Prima di acquistare ponderano attentamente i pro e i contro di un affare.
    Sul fatto che non badino a spese comunque non ci piove. Basti pensare che la Premier League è la lega calcistica mondiale in cui vengono compiute le maggiori spese sul mercato trasferimenti dei calciatori: nella stagione 2013/2014 è stato raggiunto il record storico di spesa, con un totale di 890 milioni di euro suddivisi tra la sessione estiva (750 milioni) e quella invernale (140 milioni), battendo il record precedente stabilito nella stagione 2011/2012 (840 milioni).
    E' normale che spendendo tanto si corra il rischio di finire nel mirino della Commissione di Controllo della UEFA: il City, ad esempio, nel biennio 2011/2013 ha totalizzato perdite cumulative per 170 milioni di euro superando notevolmente il limite di 45 milioni imposto dalla Uefa di Platini!

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