Cataliotti: dietro il caso Parma, ecco perché ripartirà dalla Serie D
Il Parma non ce l'ha fatta a rimanere tra i professionisti. Perchè?
Perché non si è presentato nessun imprenditore o cordata di imprenditori in grado di far fronte alla complicata situazione debitoria creatasi in seno alla vecchia proprietà del Parma Calcio. Solo in presenza di determinate condizioni il Parma sarebbe potuto ripartire dalla Serie B. Come prevede l'art. 52, comma 3, delle Norme Organizzative Interne della FIGC, la nuova società, con sede nello stesso comune della precedente, avrebbe, infatti, dovuto dimostrare entro un termine perentorio (ormai scaduto!) di:
- aver acquisito l'intera azienda sportiva della società in stato di insolvenza:
- di essersi accollata e di avere assolto tutti i debiti sportivi della società cui è stata revocata l'affiliazione ovvero di aver garantito i pagamenti mediante rilascio di fideiussione bancaria a prima richiesta;
- di aver ottenuto l'affiliazione alla FIGC; - di possedere un adeguato patrimonio e risorse sufficienti a garantire il soddisfacimento degli oneri relativi al campionato di competenza;
- di aver depositato, per le società professionistiche, dichiarazione del legale rappresentante contenente l'impegno a garantire con fideiussione bancaria a prima richiesta le obbligazioni derivanti dai contratti con i tesserati e dalle operazioni di acquisizione di calciatori. Il deposito della fideiussione è condizione per il rilascio del visto di esecutività dei contratti.
Con il Lodo Petrucci non sarebbe potuta ripartire dalla Lega Pro? Certamente, ma il 27 maggio 2014 il Lodo Petrucci - in forza del quale una nuova società avrebbe potuto ottenere un titolo sportivo inferiore di una sola categoria rispetto a quello in possesso della precedente società - è stato abrogato!
E per ripartire dalla Serie D cosa dovrà fare la nuova società?
Ai sensi dell'art. 52, comma 10, delle NOIF, la nuova società dovrà adempiere alle prescrizioni previste dal Comitato per l'iscrizione al relativo campionato. In caso di ammissione, dovrà versare un contributo alla FIGC non inferiore ad euro 300.000,00.