Cassano sull'addio al Verona: "Ero dieci chili sovrappeso. Non volevo correre e fare sacrifici"
Federico Zanon
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Nel consueto appuntamento a Viva El FutbolAntonio Cassano è tornato sull'addio all'Hellas Verona. Il talento di Bari Vecchia è stato un giocatore dei veneti solo pochi giorni, nell'estate 2017: "A Pecchia, che era l'allenatore, ripetevo quanto la squadra fosse scarsa. Mi diceva di provarci, mi incoraggiava, ma dopo tre giorni di ritiro ho capito che la situazione non andava bene. Pazzini e Cerci avevano dei grossi problemi al ginocchio e io ero dieci chili sovrappeso. Ma sapete cosa mi ha fatto perdere la testa? Nei due tre giorni di allenamento avevo una panza imbarazzante. Correvo solamente e alla fine facevo la partitella". In una di queste Romulo (ex Juventus e Fiorentina ndr) giocava con me. Ad un certo punto prese la palla e cominciò a dribblare tutti in orizzontale. Alla terza volta gli dissi che in questo gioco la palla si passa in avanti e che se avesse continuato sarebbe finito in autostrada. In quel momento è finita la mia avventura con il Verona. La sera stessa andai da Pecchia e dal direttore sportivo Fusco e dissi loro che me ne sarei andato. Mi trattennero tre giorni, ma niente da fare. Non riuscivo più ad andare avanti e non avevo più voglia di fare sacrifici"