Getty Images
Cassano piange Astori: 'Ingiusto morire così, anch'io ho avuto paura'
"Sono molto triste, perché Davide era un amico che avevo incontrato tante volte in Nazionale. Un amico di 31 anni, nessuno dovrebbe morire a quell’età. E poi mi sento anche strano, certo: tutti sanno quello che mi è accaduto nel novembre 2011, quando giocavo con il Milan". Un malore mentre volava con la squadra, di ritorno da Roma, quindi un intervento per chiudere il 'forame ovale pervio' (una patologia cardiaca congenita ndr), il ritorno in campo.
"Ora sto bene, benissimo. Certo il mio è stato un problema completamente diverso, comune al 30% degli italiani. Mi hanno inserito un 'ombrellino' e problema risolto. Ma la gente, ovviamente, ricorda quello che mi accadde. Probabilmente è anche per questo che mi ferma per strada e mi chiede 'lo conoscevi?'. Era già successo con la morte del povero Morosini. Succedeva quest’estate per i problemi al cuore dell’ex sampdoriano Schick. So che mi fanno questa domanda per dimostrarmi il loro affetto ed è anche per questo che rispondo a tutti".
"Però quella domanda mi fa male, perché conoscevo quei ragazzi, la loro passione. E poi sì, mi fa male perché mi ricorda quei momenti. Difficili per me e soprattutto per chi mi vuole bene, per la mia famiglia. Ripeto, non si può morire a 31 anni. Però purtroppo è successo e può succedere. Anche se i controlli si fanno e sono attenti, ma certe cose non si possono individuare, me lo hanno spiegato con attenzione quando è capitato a me. Per me i controlli sono sempre attenti. A 35 anni un po’ d’esperienza ce l’ho".
"Voglio ancora giocare, il cuore sta bene: dopo due anni sopra il mio 'ombrellino' si è formata la carne, significa che è tutto in regola. Aspettiamo giugno, se mi vogliono e mi vogliono davvero bene. Altrimenti troverò un altro lavoro, credo mi piacerebbe fare il direttore sportivo. E comunque resto ottimista, sempre".