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    Cassano e la Nazionale: ma quale anno e mezzo? In aprile è scomparso dall'Inter, a Prandelli dovrebbe fare monumento

    Cassano e la Nazionale: ma quale anno e mezzo? In aprile è scomparso dall'Inter, a Prandelli dovrebbe fare monumento

    Antonio Cassano dixit: "Al Brasile penso, è un bellissimo Paese: andarci in vacanza direi di sì, per il resto la vedo molto, molto dura. E' un anno e mezzo che Prandelli non mi chiama in Nazionale . E se in un anno e mezzo ha chiamato tutti tranne me, avrà qualche motivo per la testa che non capisco e non conosco. Ma pazienza: non piangerò". Autoconsolante. Ma, al tempo stesso, superficiale e impreciso. 

    Perché, se c'è una persona alla quale l'ex Bari, Roma, Real, Samp, Milan, Inter, ora al Parma, dovrebbe erigere un monumento è proprio l'attuale ct. Che Cassano ha sempre difeso e protetto contro tutto e contro tutti. E, se Cassano ha totalizzato 35 presenze e 10 gol in azzurro, in gran parte lo deve proprio a Prandelli, durante la cui gestione ha collezionato 20 partite e 7 reti. Il successore di Lippi lo mandò in campo sin dal debutto in amichevole con la Costa d'Avorio (Italia sconfitta per 1-0), il 10 agosto 2010 a Londra.

    Ho sempre difeso Cassano a spada tratta, nella buona, ma, soprattutto nella cattiva sorte: quando è stato bersaglio di critiche eccessive, ingiuste e ingenerose; quando, Sudafrica 2010, doveva essere titolare e invece, manco fu convocato. Quando, dopo avere rischiato la vita per l'attacco cardiaco, erano in molti a sostenere che fosse finito e che non sarebbe più tornato un grande calciatore. Proprio per questo, oggi bisogna mettere i punti sulle i.

    Primo: non è vero che Prandelli non lo chiami in Nazionale da un anno e mezzo. Oggi è il 14 ottobre 2013, l'ultima partita di Cassano in azzurro è datata 1 luglio 2012, finale del campionato europeo a Kiev, Spagna-Italia 4-0, Cassano sostituito al 46', per la sesta volta consecutiva, non avendo l'autonomia per reggere una partita intera.

    Secondo: Cassano è scomparso dai radar dell'Inter il 7 aprile 2013 (Inter-Atalanta 3-4), stiramento di secondo grado al bicipite femorale della gamba destra. Un mese di stop: colpa di Prandelli? E' tornato il 12 maggio (Inter-Genoa 0-0), ma il 16 maggio, cadendo in allenamento, si è fratturato il secondo metacarpo della mano destra: colpa di Prandelli?

    Terzo: se, nella prima e unica stagione di Cassano in nerazzurro, l'Inter è arrivata nona, è rimasta esclusa dalle competizioni europee, ha perso 16 partite su 38, ha incassato 57 gol in 38 partite, è colpa di Prandelli? 

    Quarto: ma Cassano che si lamenta con il ct è lo stesso che, quando la Nazionae sconfisse la Spagna in amichevole a Bari, si vide cedere da Buffon la fascia di capitano, in omaggio al fatto che si giocasse nella sua città?

    Quinto: Cassano ha disputato una grande partita nell'ultimo turno di campionato. E' stata la prima, speriamo ce ne siano molte altre. Ha la fortuna di avere ritrovato  Donadoni, il ct che seppe valorizzarlo in azzurro, prima del ritorno di Lippi e delle porte sbarrate a lui, Balotell e Giuseppe Rossi in occasione di Sudafrica 2010. Ha la fortuna di essersi trasferito in un club modello e di giocare in una splendida squadra neocentenaria, dove il suo talento e la sua classe possono essere esaltati in ogni partita e dove la tifoseria l'ha accolto con calore e stima. Cassano disputi un grande campionato con il Parma e si riguadagni sul campo la Nazionale. Poi i conti si faranno alla fine. Prandelli ha la pazienza di Giobbe (Balotelli docet). Cioè, ha più pazienza di Giobbe. Anche con Cassano.

     

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    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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