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'Cassano al Real Madrid nonostante... la Carrà': il curioso retroscena di Bozzo
L'AVVENTURA NON FINI' BENE - "Sapevo che la situazione stava complicandosi, Antonio litigò con Capello che non lo faceva giocare. E anche lì ci sarebbe da dire… Solo che Antonio, da un presupposto di ragione a passare al torto, ci mette quanto Verstappen a superare un doppiato in rettilineo. Fu escluso dal ritiro. E quindi ho dovuto per forza portarlo via. Trovai la Sampdoria e andò benissimo, Antonio fu leader e trascinatore. Li portò in Champions League. Sì, insomma, agli spareggi. Il quarto posto portava agli spareggi".
CONTRO Il WERDER BREMA - "Esatto. Ricordo bene quella partita! Il ritorno. Ero alo stadio ma dovetti uscire di corsa: stavo facendo Quagliarella alla Juventus, grazie ad un colpo di scena inatteso, e ogni minuto era prezioso".
QUAGLIARELLA ALLA JUVE - "Beh, la Juventus era su Di Natale. Convinta di prenderlo. Proprio durante la partita della Samp mi arrivò un chiamata da un amico, top secret…, che mi disse: guarda che Di Natale ha deciso di non andare alla Juve, domani dirà che preferisce restare a Udine. Io chiamai subito Marotta e Paratici. Quella Juve era agli inizi, non aveva tutte le disponibilità economiche degli ultimi anni. Così suggerii di presentare subito l’offerta al Napoli, anche solo un prestito con diritto di riscatto, ma fatela subito perché appena viene fuori che Di Natale resta a Udine, De Laurentiis alzerà sicuramente la richiesta. Così la Juve chiamò De Laurentiis e nonostante mille difficoltà, perché lui stava navigando alle Eolie e il telefono non prendeva, le parti trovarono una intesa. Il giorno dopo Di Natale comunicò che sarebbe rimasto a Udine. Questo in effetti può essere un buon esempio di come un agente vive una operazione di mercato, di come la costruisce. Stai vedendo una partita, ricevi una telefonata, ti crei uno scenario e provi a realizzarlo".