Cassano al Milan, il retroscena
Da quando il lodo del Collegio Arbitrale sul caso Cassano è stato depositato in Lega a quando Galliani si è attovagliato in un ristorante di Brera assieme a Giuseppe Bozzo, agente del giocatore e a Massimiliano Allegri, allenatore del Milan, ieri sera sono trascorse meno di tre ore. Come un falco, Adriano è piombato sul cartellino dell'ancora per poco attaccante blucerchiato e l'ha preso: 5 milioni andranno al Real Madrid, 10 milioni di euro spetteranno a Cassano in 4 anni. Il 27 dicembre, quando il Milan volerà a Dubai per sostenere la preparazione invernale, sull'aereo della compagnia Emirates ci sarà anche il ventottenne barese che il 26 ottobre aveva pesantemente insultato Garrone, ponendo le basi per una rottura irreparabile con il presidente della Samp. Così come in agosto, operazione Ibra+Robinho, anche questa volta il fedelissimo del Cavaliere ha agito con una rapidità che non ha lasciato scampo alla concorrenza, Inter e Juve in primis. E, ancora una volta, il cervello dell'operazione è stato Berlusconi. Soltanto ieri notte, conversando con alcuni parlamentari del Pdl, il Presidente del Consiglio aveva sbottato: "E adesso, dopo la fiducia, mi prendo anche Cassano". Detto, fatto, per confermare la conversione a U sul mercato: dalla strategia dell'austerità proclamata all'inizio dell'estate al blitz catalano di fine agosto al colpo Cassano. Un rinforzo tecnicamente eccellente per la capolista del campionato, in lizza anche per la Champions League e per la Coppa Italia. Del resto, partecipando alla festa di Natale dei ragazzi del settore giovanile, Ibrahimovic ieri pomeriggio era stato chiaro: "Voglio scrivere un pezzo di storia del Milan, vogliamo vincere tutto". L'arrivo di Cassano segna la partenza di Ronaldinho, da Berlusconi soltanto il 20 luglio scorso a Milanello, definito "il più forte giocatore di tutti i tempi, un titolare inamovibile, un calciatore che finirà la sua carriera in rossonero". Appunto. La verità è che Allegri è stato talmente bravo da stravincere anche la partita con l'altro allenatore dei rossoneri che fa anche il capo del governo: partita dopo partita, intuizione dopo intuizione (i tre mediani, Boateng talvolta attaccante di sostegno, Pirlo recuperato ai massimi livelli), Allegri ha dimostrato di avere ragione. Soprattutto, ha dimostrato che il Milan può fare a meno di Ronaldinho, pronto per i Galaxy o che altro, sicuramente pronto a fare le valigie. Ma, dietro l'arrivo di Cassano e alla scommessa del Milan di riuscire a controllarne anche gli scatti comportamentali, c'è anche una scelta strategica di squisito sapore politico. Nel 2009, la cessione di Kakà al Real e, in particolare, le panzane propalate sull'operazione, costarono a Silvio almeno il 2% di voti in meno alle europee (parola di sondaggisti di provata fede berlusconiana), nonchè la rottura del rapporto fiduciario con la tifoseria milanista. Uno strappo ricucito nel 2010 grazie a Ibra, a Robinho, alla grandinata di vittorie che ha catapultato la squadra in testa alla classifica. Cassano è il gioiello da esibire in inverno, aspettando la primavera che potrebbe portare anche le elezioni. Prima dello scudetto.